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50 fingal

10Che soleasi cantar nelle mie sale,
Quando Fingallo il gran signor dei brandi
V'era presente, e s'allegrava udendo
O le sue proprie, o le paterne imprese.
     Fingallo 1, uom di battaglia (in cotal guisa
15Carilo incominciò) prevenne gli anni
La gloria tua. Nel tuo furor consunta
Restò Loclin, che la tua fresca guancia
Gara avea di beltà con le donzelle.
Esse amorosamente alla fiorita
20Vezzosa faccia sorridean, ma morte
Stava nella sua destra. Avea la possa
Della corsìa del Lora; i suoi seguaci
Fremeangli addietro, come mille rivi.
Essi il re di Loclin, l'altero Starnon 1
25Presero in guerra, e 'l ricondusser poi
Alle sue navi: ma d'orgoglio e d'ira
Rigonfiossegli il core, e nel suo spirto
Piantossi oscura del garzon la morte:
Perchè non altri che Fingallo avea
30Vinta di Starno l'indomabil possa.
Stava in Loclin costui dentro la sala
Delle sue conche, e a sè chiamò dinanzi
Il canuto Snivan, Snivan che spesso
Cantava intorno al circolo di Loda,
35Quando la pugna nel campo dei forti
Volgeasi e a' canti suoi porgeva ascolto
La pietra del poter. Snivan canuto,
Va, disse Starno, alle dal mar cerchiate
Arvenie rocce; ed al possente e bello
40Re del deserton 2 tu dirai, ch'io gli offro
La figlia mia, la più gentil donzella
Ch'alzi petto di neve; essa ha le braccia
Candide al par della marina spuma;
Dolce e nobile il cor. Venga Fingallo,
45Venga co' suoi più forti alla vezzosa
Vergine figlian 3 di segreta stanza.
     Alle colline d'Albïon ventose
Venne Snivano, e 'l ben chiomato eroe
Seco n'andò: dinanzi a lui volava
50L'infiammato suo cor, mentr'ei l'azzurre
Nordich'onde fendea. Ben venga a noi,
Starno gridò, ben venga il valoroso

  1. Starno era padre di Svaran e di Aganadeca. Vedi l'atroce carattere di costui nel poema intitolato Calloda
  2. Fingal.
  3. Abitatrice.