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canto terzo. 57

Del suo primiero amor la rimembranza.
     315Venne l'antico Ullin di Starno al figlio,
E sì parlò: — Tu che da lungi alberghi
Cinto dall'onde tue, come uno scoglio,
Vieni alla regia festa, e 'l dì tranquillo
Passa, doman combatterem, domani
320Spezzeremo gli scudi. — Oggi, rispose,
Spezzinsi pur, starò domani in festa,
Domani sì, che fia Fingàl sotterra.
— E ben spezzinsi tosto n 1, e poi festeggi
Doman se può, con un sorriso amaro
325L'alto Fingàl riprese. Ossian tu statti
Da presso al braccio mio, tu Gaulo innalza n 2
Il terribile acciar, piega Fergusto
L'incurvato tuo tasso, e tu, Fillano,
La tua lancia palleggia; alzate i scudi
330Qual tenebrosa luna, e ciascun'asta
Sia meteora mortal: me, me seguite
Per lo sentier della mia fama, e sièno
Le vostre destre ad emularmi intese.
     Cento nembi aggruppati, o cento irate
335Onde sul lido, o cento venti in bosco,
O cento in cento colli opposti rivi;
Forse con tale, o con minor fracasso,
Strage, furia, terror s'urtan l'un l'altro;
Di quel con cui le poderose armate
340Vannosi ad incontrar nell'echeggiante
Piaggia del Lena: spargesi su i monti
Alto infinito gemito confuso,
Pari a notturno tuon, quanda una nube
Spezzasi in Cona; e mille ombre ad un tempo
345Mandan nel vuoto vento orrido strido.
     Spinsesi innanzi in la sua possa invitta
L'alto Fingàl, terribile a mirarsi
Come lo spirto di Tremmor n 3, qualora
Vien sopra un nembo a contemplare i figli
350Della possanza sua; crollan le querce
Al suon delle sue penne, e innanzi ad esso
S'atterrano le rupi. Atra, sanguigna
Era la man del padre mio rotando
Il balenante acciar; struggeasi il campo
355Nel suo corso guerrier. Rino avanzossi
Qual colonna di fuoco: è scuro e torvo

  1. S'intenda, che Ullino avea riportata a Fingal la risposta di Svarano. Non v'è poeta più rapido, né più parco di parole di Ossian.
  2. Gaulo era figlio di Morni, ed uno de' più gran guerrieri di Fingal.
  3. Bisavolo di Fingal.