Pagina:Fingal poema epico di Ossian.pdf/73

Da Wikisource.
72 fingal

Le nostre fredde e pallid'ombre in breve
S'incontreranno, o figli; e andrem volando
Spirti indivisi a ragionar sul Cona.
     195Simile a nube tempestosa, orlata
Di rosseggiante folgore del cielo,
Che in occidente dal mattin s'avanza,
Il Re s'allontanò 7. Funesto vampo
Esce dall'armi sue; nella man forte
200Crolla due lancie; la canuta chioma
Giù cade al vento; tre cantor van dietro
Al figlio della fama, a portar pronti
I suoi cenni agli eroi: sull'erto fianco
Di Cromla ei si posò: volgendo a cerchio
205Il balen dell'acciar. Lieti alla pugna
Movemmo intanto. Sfavillò sul volto
D'Oscar la gioja: vivida, vermiglia 8
Era la guancia sua; spargono gli occhi
Lagrime di piacer; raggio di foco
210Sembra la spada nella destra: ei venne,
E con gentil sorriso in cotai detti
Ad Ossian favellò: — Sir delle pugne,
Ascolta il figlio tuo; scostati, o padre,
Segui l'eroe di Selma, e la tua fama
215Lasciala intera a me. Ma s'io qui cado,
Rammentati, o signor, quel sen di neve,
Quel grazïoso solitario raggio
Dell'amor mio, la tenera Malvina
Dalla candida man. Parmi vederla
220Curva sul rivo risguardar dal monte
Con la guancia infocata; e i lisci crini
Sferzanle il sen, che per Oscar sospira.
Tu la conforta, e di' ch'io son già fatto
Dei venti albergator, che ad incontrarmi
225Venga mentre io pe' colli miei sul nembo
M'affretto a rivederla. - Oscar, che dici 9?
A me piuttosto, a me la tomba inalza.
No, non cedo la pugna: il braccio mio
Più sanguinoso e più di guerra esperto
230Tutte di gloria t'aprirà le strade.
Ma ben tu, figliuol mio, s'avvien ch'io caggia,
Questa spada, quest'arco, e questo corno
Rammenta di riporre entro l'angusta
Scura magion; fa che una bigia pietra
235L'additi al passaggiero: alla tua cura
Alcun amor non accomando, o figlio,
Che più non è la vaga Evirallina,
La madre tua 10. Così parlammo; e intanto
Crebbe sul vento, e più e più gonfiossi
240L'alta voce di Gaulo; ei la paterna