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Passa la legge, passa ogni profeta;
non è chi ’l miri pur, non pur chi Terga,
non è chi almen d’intorno l’erbe mieta
e fattone un viluppo il sangue terga.
Stride l’alma perduta, ed a la meta
vien de la morte, e sta chi ornai T immerga
ne le perpetue fiamme di Geenna
cui dir qual è né lingua vai né penna.
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Vinta natura dal carnai costume,
altro non è di noi che morte interna:
passata l’alma di Caronte il fiume,
non è piú alma no, ma un’ombra eterna.
Trarne lei, dunque, fuora chi presume
se non amor, se non bontá superna?
né di profeta né di legge possa
tant’è che le sue piaghe saldar possa!
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Dal ciel ove de Tuoni custodia s’ have
Tapportator vien certo di salute.
Quasi che spento il trova e ’n guisa grave,
ch’ornai non v’è piú polso di virtute:
col vino del timor, poi col suave
olio d’amor gli bagna le ferute;
poi, toltolsi di croce in sul giomento,
dallo del tempio a chi hanno il regimento.
75
Quei duoi liquori tutto che sian tali
ch’altrui possian guarir senz’altre cure,
vuol nondimeno il Salvator che i mali,
nel ciel rimessi a noi sue creature,
narrati mondi sian da’ principali
de la sua Chiesa, e che da lor si cure
che d’ambo e’ Testamenti l’arra ferme
le medicate piaghe in terra inferme.