Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/191

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all’aspettato varco, dove preme
e fiacca il capo e tolto ha giá la palma
105al Principe del mondo il nostro seme.
Però, mentre nel tronco mio s’incalma
senza partirlo un ramuscel si degno,
10spirto mio resulta e gode l’alma;
e ne ringrazio il Re deH’alto regno,
no che dell’ancella sua l’umil desio
ha riguardato e scelto a un tanto pegno.
Di che da molte nazion son io
per esser detta gloriosa Madre,
e m’alzeranno sovra Tesser mio.
1x5 Gran cose fatte m’ha quel sommo Padre,
11qual sol porta il santo nome, il quale
gli umili toglie in del fra le sue squadre,
ma col forte suo braccio atterra e d’ale
spennacchia li superbi, acciò giú caggia
120crepato alfin chi troppo gonfio sale;
al poveri affannato, che non aggia
disagio e sconcio alcuno, porge aiuto
e l’empio ricco batte, che l’oltraggia.
Felice tu, Israel, c’hai ricevuto
125quel tuo promesso giá tant’anni infante,
che fu da’ nostri antiqui antiveduto.
Parlonne a loro tante volte e tante
il mio Signore, e n’ebbe ancor novella
il nostro padre Abramo e gli altri avante. —
130Cosi Madonna disse; e, come quella
ch’ama bassezza e dignitá refuta,
mosse a servir, qual riverente ancella,
colei cui rende onor l’etá canuta
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