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314 iv - seconda edizione delle


Cosí vaneggio! Cangio voti e pensieri, e quanto la natura è piú bella tanto piú vorrei vederla vestita a lutto. E veramente pare che oggi m’abbia esaudito. Nel verno passato io era felice: quando la natura dormiva mortalmente, la mia anima era tranquilla tranquilla!.. Ed ora?

Eppur mi conforto nella speranza di essere compianto. Su l’aurora della vita io cercherò forse invano il resto della mia etá, che mi verrá rapita dalle mie passioni e dalle mie sventure; ma la mia sepoltura sará bagnata dalle tue lagrime, dalle lagrime di quella fanciulla celeste. E chi mai cede a una eterna obblivione questa cara e travagliata esistenza? Chi mai vide per l’ultima volta i raggi del sole, chi salutò la natura per sempre, chi abbandonò i suoi diletti, le sue speranze, i suoi inganni, i suoi stessi dolori senza lasciar dietro a sé un desiderio, un sospiro, uno sguardo? Le persone a noi care, che ci sopravvivono, sono parte di noi. I nostri occhi morenti chiedono altrui qualche stilla di pianto, e il nostro cuore ama che il recente cadavere sia sostenuto da braccia amorose, e cerca un petto dove trasfondere l’ultimo nostro respiro. Geme la natura perfin nella tomba, e il suo gemito vince il silenzio e l’oscuritá della morte.

M’affaccio al balcone, ora che la divina luce del sole si va spegnendo e le tenebre rapiscono all’universo que’ raggi languidi che balenano su l’orizzonte; e nella opacitá del mondo malinconico e taciturno contemplo la immagine della Distruzione, divoratrice di tutte le cose. Poi giro gli occhi sulle macchie de’ pini piantati dal mio buon padre su quel colle presso la porta della parrocchia, e travedo biancheggiare fra le frondi agitate da’ venti la pietra della mia fossa. Quivi ti vedo venir con mia madre, e pregar pace all’ombra dell’infelice figliuolo. Allora dico a me stesso: — Forse Teresa verrá solitaria su l’alba a rattristarsi dolcemente su le mie antiche memorie e a dirmi un altro addio. — No! la morte non è dolorosa. Che se taluno metterá le mani nella mia sepoltura e scompiglierá il mio scheletro per trarre dalla notte, in cui giaceranno, le mie ardenti passioni, le mie opinioni, i miei delitti... forse; non mi difendere, Lorenzo: rispondi soltanto: — Egli era uomo, e infelice.