Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/202

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196 v - scritti e frammenti vari


pensato. Ed ora rivolgo in cuore cose che rifuggono dalla eleganza de’ versi, né sono sí mature da essere scritte apertamente; ma sará di me e de’ miei pensieri ciò che destinerá la dea Fortuna. Ma, poiché mi abbandonò lo spirito delle muse, non volli io del tutto abbandonarle, e per la gratitudine ch’io devo a’ lor benefici, e per la soavitá che hanno lasciato dentro di me. Ma, come ad amante da cui mi hanno disgiunto le sorti, rivolgo spesso [loro]1 i miei pensieri e i miei sguardi; e, poiché non posso adornarmi de’ fiori troppo giovanili che un tempo mi diedero, io sto ammirando e respirando la fragranza di quelli che compartirono altrui. E molto piú, perché io reputo che nulla torni piú [atto] alla verace eloquenza, quanto un certo spirito poetico maestrevolmente insinuato negli scritti anche filosofici e severi. Però Tacito fra gli antichi e Gian Giacomo Rousseau fra’ moderni hanno lettori, che con essi piangono filosofando; e ben presto si persuade la ragione, quando ne’ mortali sono persuase prima le passioni.

Queste cose preaccennai e per me, o lettore, e per te. Ben fugge questo acerbo tempo, mentr’io vo guardando il passato, e vivo in quegli anni miei non meno infelici forse di questi, ma piú ignari della propria infelicitá; e per te, lettore, onde tu non mi reputi troppo ardito, se parlerò della divina poesia e di Lucrezio, quasi sacerdote che sagrificasse alle are di deitá ignote.

Per me ho reputati grandissimi e veri poeti que’ pochi primitivi di tutte le nazioni, che la teologia, e la politica, e la storia dettavano co’ loro poemi alle nazioni; onde Omero e i profeti ebrei e Dante Allighieri e Shakespeare sono da locarsi ne’ primi seggi. Di que’ molti che vennero dopo, se tu ne togli i tragici e que’ rari che somigliarono a Tirteo, da Platone chiamato «poeta divinissimo», tutti gli altri non cantano che de’ loro amori o de’ loro signori. Ma la poesia greca e latina spargeva tutti i versi de’ costumi de’ loro tempi, e molto giova a’ posteri per tramandare la storia della morale di quelle etá.

  1. Si avverte che le parole fra parentesi quadre mancano nel ms. [Ed.]