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iv - iv - commentari della storia di napoli 209


provvisorio di venticinque membri; presidente Carlo Lamberti, con lui Bassal, benché, come di unitari italiani, avesse il Direttorio decretato l’arresto, e fra vari mercatanti di rivoluzione, creature del Lamberti1. Il medico celebre Cirillo e filosofo, Flavio Pirelli, giá presidente di Camera e avvocato di lesa maestá, disperarono delle cose, e sdegnarono siffatti colleghi, insolenti, ignoranti, ed [in] odio al popolo geloso, circuíti da affamati ed ambiziosi, vantanti anima libera succhiata col latte, chi un de’ primi congiurati, chi la presa di Sant’Elmo, prigionie, persecuzioni, emigrazioni; quindi gelosie, e questo partito diviso in piú, e odioso il titolo di patriotta dell’Ottantanove.

Fasulo e gli altri avean liste di favoriti, che o piaggiavano o minacciavano. Faypoult tutti i beni del re pretendeva essere della Francia, i farnesiani, i feudi della corte, i gesuitici, gli acquisti, l’ereditá da Carlo terzo suo padre, gran parte insomma delle pubbliche rendite. Championnet negò. Faypoult allegava ordini ed interessi della Francia, e il generale usò della forza. Partí il commissario, maturando vendetta. Il popolo amò piú il generale. Ma chiari troppo erano i disegni e gli ordini del Direttorio; non i commissari, ma i suoi generali avea per nemici. Non raccolse il disperso esercito del re; non usò dell’entusiasmo de’ patriotti, pronti a guerreggiare nelle province. Disarmata la cittá tutta, appena concesse quattro compagnie di guardie nazionali, ove, tutti concorrendo, non ascrivevansi che gli antichi congiurati e i principali baroni, e con favore e con danari ottennero il fucile e si videro far la guardia al palazzo. Odiavano i lazzaroni il governo, amavano il Championnet, vociferandolo napoletano, perché uno di tal nome trovavasi inscritto ne’ libri battesimali: approfittò della credenza, e creò capo di battaglione francese Michele «lo pazzo» M. Temprava i favori con rigore, per mantenere soggezione. Moschettò alcuni assassini di un monastero. Michele in quell’incontro arringò, esortando all’ordine.


(a) Michele Capono, soprannominato il «pazzo» [F.].

  1. Il manoscritto, che fino a questo punto è autografo, qui comincia ad essere copia di amanuense [Ed.].