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iv - commentari della storia di napoli 215


Lombardia, Macdonald deve accorrere. [La] truppa di Duhesme occupa a forza Trani. Ebbro di vittoria il soldato e di desio di preda, ammazza i patriotti, che gli venivano incontro a festeggiarlo, saccheggia, incendia senza distinzione. Macdonald lo fa ritirare a Caserta, dovendo partire, temendo Ruffo, masnadieri e la plebe napoletana. Tutti nemici alle spalle. Lasciò le briglie a patriotti, godessero dell’intera libertá, si sostenessero da sé, assoldassero truppa, custodisser castelli. A lor senno governasi e combattano contro a’ ribelli. Furon conosciute le ragioni di tanta generositá; ma eran giá troppo trascorsi i patriotti: dover affrontare, non potendo piú retrocedere, e sperare nell’avvenire.

Chiamasi l’arpinate. S’assolda con 200 svizzeri veterani la legione Tullia contro fra Diavolo. Troppo tardi s’incammina, né può oltrapassare Teano.

Giunge commissario procuratore1 Abrial da Parigi; ma in fatto osservatore e operatore secondo le circostanze. Interesse era in quel punto il Direttorio aver partito a Napoli. Il commissario stringe amicizia, esamina, interroga, onde dare il governo a cittadini che il facessero amare. Domenico Cirillo, Flavio Pirelli, Pietro Signorelli accettarono, vinti dalle preghiere e dalle speranze, che lor si dava, d’esser utili alla patria. Con proclama s’affezionò il popolo, destituendo il Provvisorio e dipingendo gli abusi. Formò Direttorio e corpo legislativo. Espone i nomi alla pubblica censura, e universalmente s’approvano. Cirillo presidente de’ legislatori, che erano i piú egregi del clero, nobiltá e magistratura. Direttori Ercole Dagnesi, venuto con Abrial di Francia, Ignazio Ciaia, Giuseppe Abbainomi, Giuseppe Albanese, Melchiorre Delfico, riputatissimi. Tutti entrano in carica, tranne Delfico, ch’era in Abbruzzo. Scatenasi il popolo contro i despoti. Laubert passeggiava sul molo, e fu arrestato, temendo che non isfuggisse. Laubert al popolo insultatore arringò, e fu accompagnato a casa in mezzo agli applausi.

  1. Il Foscolo probabilmente scrisse cosí, ma l’amanuense non seppe leggere, e copiò «Eroensatore» [Ed.].