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300 vi - commento alla «chioma di berenice»


Plinio (lib. vii, 56) scrive: «Aerariam fabricam alii Chalybas, alii, Cyclopas [putant monstrasse] Ferrimi Hesiodus in Creta eos qui vocali sunt Dactyli Idaei». Strabone (lib. xii) narra che i calibi furono caldei, i quali passarono a fondare le colonie di Smirna, di Cuma, e le vicine, tenute poi dai greci. * I caldei si chiamavano anticamente calibi non solo al tempo di Strabone e de’ geografi posteriori (Eustazio, Ad Dionisium, v. 768), ma anche di Senofonte (Ciropedia, lib. iii), ove alcune edizioni leggono Χάλυβες per Χαλδαῖοι. Allo stesso terzo, Senofonte (pag. dell’ediz. Oxford, 194) narra che i caldei eran bellicosi, poveri, e soldati a prezzo come gli svizzeri; quindi può essere derivata la credenza della invenzione dell’armi ch’essi sí bene trattavano. * Rispetto a’ Dattili idei, detti talor cureti, talor coribanti e telchini, è universale opinione nelle antiche memorie che fossero i primi signori di Creta; e di Strabone (lib. x) che fossero dalla Frigia chiamati in Grecia da Rea per nutrire Giove. Ma che da questi fosse trovato il ferro, non è sola opinione di Esiodo e di Plinio, l’abbiamo chiaramente ne’ celebri marmi d’Oxford. Ecco la traduzione letterale italiana, lasciando i frammenti a lor luogo. — Epoca XI. «Da che Minos pr... [supplisci: «primo»] regnò e fabbricò... donia [Cidonia] e fu il ferro ritrovato nell’Ida [monte di Creta]; trovatori gli Idei Dattili, Celmi e Damnaneo, anni mclxvii; regnante in Atene Pandione». Epoca che viene a cadere nel dcli anno prima di Roma. Eccoti intanto trovato e lavorato il ferro dagli iberi, dai siciliani, dagli sciti, da’ caldei, da’ greci, tutti tenendo gli stessi nomi di calibi e telchini; il che mi porta a credere che, essendosi da varie genti in varie parti del mondo trovato il ferro, sia poi restato il nome χάλυβες dal ferro temprato, che e nella Grecia ed in Roma chiama vasi «chalybs», acciaio. Onde leggesi nell’Eneide, viii, 446:

          Volnificusque chalybs vasta fornace liquescit.

Ed Eschilo piú poeticamente nel Prometeo, v. 133:

                         Κτύπου γάρ ἀχώ χάλυβος διῇξεν ἄντρων.
Il suono dello stridente calibe penetrò gli antri.

* Nella stessa tragedia Eschilo chiama i calibi σιδηροτέκτονας. Apoll. Rodio, Argonaut., lib. 11, 374-76:

 ...μετά δὲ σμυγερώτατοι ἀνδρῶν
Ἐργατίναι · τοί δ'ἀμφὶ σιδήρεα ἔργα μέλονται.