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304 vi - commento alla «chioma di berenice»


crede derivata la favola dell’Aurora madre dalla bianchezza delle membra di lui. Ma primo di tutti Omero, Odissea, xi, 521:

Κεῖνον δὴ κάλλιστος ῖδον μετὰ Μέμνονα δῖος.

Lui veramente bellissimo vidi, dopo Mennone divino.

Or, poiché la maggior parte delle storie lo chiamano etiope, e da Plinio ci fu data ragione della sua origine assiria, andremo ricercando a tentone qual parte dell’orbe da quegli antichi fosse detta Etiopia, e dove veramente fosse la statua vocale di Mennone, ed in che tempi, e quale. Primamente Mennone ed Amenofi sono la stessa persona; il che è chiaro dalle parole di Pausania (in Atticis)-. «Vidi oltre il Nilo la statua di Mennone, che volgarmente dicesi venuto dall’Etiopia. Ma gli egizi dicono ch’ella sia di Famenofi, nativo d’Egitto»: ove notano gli scoliasti che la «f» non è se non segno gramaticale del genere mascolino. Questa statua fu ed è oggi dentro l’Egitto superiore, nella Tebaide (Tac., Ann., ii, 61), la quale è dimostrata dal Jablonscki ( De Memnone, syntagma ii, cap. 2) essere stata dagli antichi greci chiamata Etiopia. E noi pure, nella nota ai vv. 51-2, abbiam notata l’ignoranza de’ tempi iliaci intorno agli etiopi. Questo antichissimo Mennone egizio trovò appunto nell’Egitto le lettere dell’alfabeto, quindici anni innanzi Foroneo re della Grecia (Plinio, lib. vii, cap. 56). E, sebbene dell’antichitá di Mennone o d’Amenofí sievi assai discordanza fra gli antichi (Gioseffo, Contro Apione, lib. i, 26). la lite si scioglie, poiché i vetusti signori egizi si chiamavano con lo stesso nome; * del che n’è testimonio Gioseffo egli stesso, ove narra che per mille trecent’anni tutti i re d’Egitto si appellavano Faraoni ( Antiq. iud., lib. viii, cap. 2, sez. 26); ne son testimonio le genealogie delle antiche e moderne famiglie regali. Cosí anche il Tasso:

               Ei fu detto Califfo; e del primiero
               chi tien lo scettro, al nome anche succede.
               Cosí per ordin lungo il Nilo i suoi
               Faraon vide, e i Tolomei da poi.
                Gerus., cant. xvii, 4.°

E di diversi Amenofi eredi del trono parla Manetone presso Gioseffo (lib. i, 15, e loc. cit.); e tre ne segna, se ben mi ricordo, la cronologia eusebiana. Dicevasi anche Ismande (Strabone, lib. xv); ed è forse quell’Osimande stesso, re d’altissime