Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/74

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68 varianti

p. 279, l. 32, M, ti rendono

 » l. 35, M, quali schiudano

p. 280, l. 4, M, le prodezze; Z e L, con che

 » l. 6-7, Z e L, Or che Dio mandò

 » l. 11-12, Z e L, la non se n’è ita se non per cedere luogo

 » l. 15, Z e L, il piú spiccio

 » l. 19, Z e L, savio

 » l. 23, Z e L, può rompere

 » l. 27, Z e L, e gli è come dirmi; M, ti rende

 » l. 28, M, t’abbatti

 » l. 29, Z e L, paventando il pericolo da prudente

 » 1. 30, l’anima mia

 » l. 33, Z e L, ch’esse rattristano. Di’ il vero or non saria

p. 281, l. 1, Z e L, anche a patti che la notte si rapisse

 » l. 3-4, Z e L, Navigherò per perduto

 » l. 8-9, Z e L, egli scrive

 » l. 9, Z e L, a dir tardi

 » l. 10, Z e L, di partirmi

 » l. 17, Z e L, che ora m’attorniano

 » l. 20, Z e L, costituito

 » l. 24, Z e L, affannati

 » l. 25, M, scopo; Z e L, essa ride del

 » l. 27-8, Z e L, al creato

p. 282, l. 2, Z e L, considerando

 » l. 8, M, la sua passata dovizia

 » l. 10, M, i sudori

 » l. 12, Z e L, il quale soverchiato

 » l. 13, M, e la prima 1802 «di vedere», che è scorrezione evidente.

 » l. 17, Z e L, quaggiú! E verrá

 » l. 18, Z e L, e tu pure sarai trasformato; né piú

 » l. 22, Z e L, carriera, che sará forse affannosa e simile a questa dell’uomo. Tu ’l vedi;

 » l. 23, M, suoi miseri.

 » l. 27, Z e L, al focolare del mio castaldo.

 » l. 28, Z e L, a crocchio a

 » l. 28-9, Z e L, contandosi le loro; M, Non andò guari ch’entrò.

 » l. 30, Z e L, ragazza fattasi all’ortolano

 » l. 31, Z e L, mentre la si stava rifocillando

 » l. 32, M, accanto al fuoco

 » l. 34, Z e L, se li pigliò, usci. Usciva io

p. 283, l. 2, Z e L, si soffermò esaminando; M, si fermò alcun poco per disgombrarsi la strada

 » l. 4, Z e L, voi lontano, ragazza? un mezzo miglio

 » l. 5, Z e L, Pur que’ due fasci vi fanno camminare a disagio: lasciatene portare uno anche a me