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122 vii - viaggio sentimentale di yorick


memoria d’un vecchio moribondo et che ha il cuore dilaniato; diriggi la mia parola con lo spirito eterno de la tua verità, affinché questo forestiero non debbia scrivere sol una sillaba che non sia hoggimai notata nel libro de’ tuoi ricordi, per li quali — et in questo dire giunse le mani et con voce alta gridò — io sto per essere o condannato o assoluto. — Et il notaio sollevò la punta de la sua penna tra rocchio suo et la fiammella: al quale il vecchio, dopo alcun silentio, disse: — Messer lo notaio, tu scrivi una hystoria per la quale la natura agiterà le viscere de la misericordia ne gli huomini, et spezzerà i cuori pietosi, et obbligherà al pianto fin anche la crudeltà. — Il notaio infiammava, et gli parea mill’anni di scrivere, et ritinse un’altra fiata la penna: et il vecchio gentilhuomo, vòltosi con la persona al notaio, et la hystoria dettandogli, cominciò1  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .

— E il rimanente? — diss’io — ov’è il rimanente, La Fleur? — Perché La Fleur per l’appunto tornava nella mia stanza.

  1. Yorick non tradusse questo frammento in inglese antiquato; ma io, Didimo, volendo pur dedicare a’ maestri miei alcun mio tenue lavoro, che, come frutto delle loro lezioni, riescisse di lor gradimento, colsi quest’occasione ed imitai le orazioni e le storie ch’essi all’età nostra vanno gemmando de’ piú riposti gioielli di fra Giuda e del Semintendi. Ma perché, da questo frammento in fuori, il libricciuolo è dedicato alle donne gentili, le quali al parroco Yorick e a me, suo chierico, insegnarono a sentire e quindi a parlate men rozzamente, io per gratitudine aggiungerò questo avviso per esse. La lingua italiana è un bel metallo, che bisogna ripulire della ruggine dell’antichità e depurare della falsa lega della moda; e poscia batterlo genuino, in guisa che ognuno possa riceverlo e spenderlo con fiducia; e dargli tal conto che paia nuovo, e nondimeno tutti sappiano ravvisarlo. Ma i poverelli, detti «letterati», non avendo conio proprio, lo accattano da fra Giuda, e mordono per invidia chi l’ha del suo; e i damerini, detti «scienziati», piangono ipocritamente, dicendovi che la povertà della lingua li stringe a provvederla di fuori. I primi non hanno mente, gli altri non hanno cuore; e non avranno mai stile [F.].