Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. III, 1920 – BEIC 1824364.djvu/200

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Certamente che il sargente Armani aveva interesse di dire, e poteva anzi dire, che la terza pistola non era sua, ma che l’aveva trovata nella stanza del capitano: aveva interesse di dire, e niuno poteva provargli il contrario, che quel colpo che egli ha nella bocca gli fu diretto dal Gerlini, poiché, quando se lo diresse, non fu veduto da occhio vivente: aveva interesse di tacere, e poteva tacere, molte particolarità nel processo, che egli pertanto non tacque; e non solo aveva interesse, ma avrebbe avuto anche la tranquillità di animo e la freddezza di mente, poiché voi vedete in ogni parola del suo costituto tutta la fermezza e la rassegnazione. E dove il Dim dice d’aver veduto l’atto del suicidio nel primo processo verbale fatto dal sottotenente Mazzacurati, nel processo poi il Dim depone di non esservi stato presente1.

Diversa bensí è la deposizione del Gerlini, il quale non solo non si aggrava mai, ma lascia ad ogni ora involontariamente travedere e il sommo spavento nel combattimento, e con tutte le cautele cerca di non far mai sospettare che egli abbia mai assalito o ferito.

Tanta differenza di costituti, l’uno intrepido e leale, l’altro dubbio e cauto, da che può mai derivare se non che l’uno è suicida ragionato, e l’altro ancora è uomo, vale a dire soggetto a tutti gli errori a cui il mortale è guidato dall’amor della vita? Il sargente, stanco da lungo tempo dalle tempeste d’una esistenza afflitta e perseguitata, non teme la morte, anzi se la preparava egli stesso quando ei credeva d’aver perduto l’onore; non ha quindi interesse di dissimulare, e non vuole maggiormente disonorare gli ultimi suoi giorni con la menzogna. Ma il capitano essendo ancora tutto attaccato alla vita, egli è trascinato dalla tema del disprezzo de’ suoi camerata, dal timor del castigo, dalla coscienza della propria colpa, dall’ardore della vendetta a mascherare a tutto potere la verità.

Dopo tutto ciò, o giudici, poiché la sentenza non può essere fondata che sulle parole de’ due litiganti, considerate chi

  1. Nel ms. questo periodo è scritto in margine senza alcuna indicazione del luogo dove debba essere inserito [Ed.].