Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. III, 1920 – BEIC 1824364.djvu/206

Da Wikisource.

una religione poco eroica; inciampo sfuggito da Milton, perché riportò questa religione alla creazione dell’universo, quand’era sgombra di superstizioni, e sfuggito da Torquato Tasso, che cantò l’impresa della religione allora armata contro tutto l’Oriente, e riferita ad una età eroica, quando le idee delle cose sono per i governi e per le nazioni assai meno metafisiche. Unico poeta che narrasse ex professo cose avvenute a’ suoi giorni fu Dante; poiché i greci e i latini, lasciando a’ massimi ed antichi fatti il diritto dell’epopea, cantarono i solenni avvenimenti contemporanei con gl’inni della poesia lirica, magnificando i fatti piú con le acclamazioni e con lo splendore del verso che col racconto.

Sentí l’autore del Bardo queste ragioni, e, dopo avere ne’ due citati poemetti calcate nobilmente le orme di Dante e rischiarato (ci si conceda di dirlo) con l’imitazione il genio di quel sommo poeta, Vincenzo Monti s’apre nuovo sentiero, e tutto suo, per isciogliere il suo problema, collegando l’epopea alla lirica; e sviluppa i principi della sua ragione poetica nella splendida dedicatoria all’imperatore. Trovando ampia sorgente di mirabile nella storia recentissima del suo eroe, immagina il temperamento dell’epica e della lirica, confessando che «verrà tempo in cui una nuova mitologia, divinizzando le sue imprese, come già quelle di Ercole e di Bacco e di Teseo, porgerà alle postere fantasie abbondante materia di pura ed alta epopea: la quale, non potendo sussistere senza la poetica meraviglia (intende senza la favola), ha bisogno che la meraviglia storica non opprima troppo, siccome ora fa, la poetica».

Che se è conceduto di narrare cose contemporanee o con episodi, come la morte di Cesare nelle Georgiche, o in poemi lirici, come l’irruzione de’ galli in Oriente nell’Inno a Delo di Callimaco, e le vittorie aziache in Orazio e Properzio; perché non potrà un poeta mandare alla posterità le somme imprese dell’età sua con un poema ch’esca, se non dall’istituto della lirica, almeno dalla brevità sino ad oggi seguita? Tutti i poemi d’Isaia e de’ profeti d’Israele sono appunto epico-lirici, e l’Iliade e l’Odissea devono essere tratte da poesie o