Pagina:Foscolo - La chioma di Berenice, 1803.djvu/213

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     Nondum illi flavum Proserpina vertice crinem
     Abstulerat, Stygioque caput damnaverat Orco.

E nel lib. xii, dove dipinge con gii stessi atteggiamenti la disperazione di Lavinia:

     Filia prima manu flavos Lavinia crines,
     Et roseas laniata genas.

Nell’viii, v. 659:

     Aurea caesaries ollis, atque aurea vestis
     Virgalis lucent sagulis; tum lactea colla
     Auro innectuntur.

Ed Ovidio si servi di questa dipintura, facendo risaltare sulle spalle de’ centauri il biondeggiar de’ capelli (metam. xii, 395); e forse ebbe in mente i versi Virgiliani.

     Barba erat incipiens: barbae color aureus; aureaque
     Ex humeris medios coma dependebat in armos.

Così l’amico mio, che dagli antichi derivò le maggiori bellezze della sua poesia, nel ìv del Bassville.

     E furtive dall’elmo e sfolgoranti
     Uscian le chiome della bionda testa,
     Per lo collo e per l’omero ondeggianti.

Properzio e Tibullo fanno bionde le loro amiche. Tib. lib. i, eleg. v, 44:

Non facit hoc verbis, facie tenerisque lacertis
     Devovet, et flavis nostra puella comis.

E Properzio nella ii elegia del lib. ii, dove canta le bellezze della sua Cinzia. Ediz. Brouck.

Gloria Romanis una es tu nata puellis.
     Romana accumbens una puella Iovi.
.   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   
Fulva coma est, longaeque manus, et maxima tota
     Corpore; et incedit vel Jove digna soror.

E questa capigliatura fulva era la leonina, così dipinta da tutti i poeti latini; ed un nostro italiano, di cui mi