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100 CAPITOLO III

damento. E il motivo semplice ma eminentemente scultoria trionfa su tutti perchè le esigenze pratiche lo domandano. Per questo, il carattere dell’arte del maestro è piuttosto speculativo che pratico. Per questo la vita sua intera d’artista e di cittadino è una lotta continua con le asperità della vita

contingente. Egli è bene l’artista spontaneo, felicemente ideatore e originale, quale nessun altri allora e dopo, quando nessun intoppo egli trovi nella suggestiva strada della fantasia: quando sopratutto egli possa abbandonarsi interamente al desiderio di dar vita, movimento incessante, spesso vorticoso, a gruppi e a figure. E ciò per lui avverrà naturalmente nei numerosi disegni che nessun occhio indiscreto osserva, che nessun freno lega. Per questo i rapporti veduti da Jens Thiis fra l’arte di Leonardo e l’arte di Michelangelo noi non riusciamo a vedere (1). Quanto quest’ultimo è solenne, altrettanto l’altro è vivace. Michelangiolo ricorse all’agitazione dei corpi qualche volta per accrescer forza. Leonardo vi ricorse più spessa perchè il movimento era fine e scopo all’arte sua.



  1. J. Thiis, Leonardo da Vinci. Londra