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I MONUMENTI EQUESTRI 63

(1480 circa) conservato nel Museo Municipale di Milano, se pure posteriore verosimilmente di qualche anno; in un bassorilievo dell’arca di San Donnino nel Duomo di Borgo San Donnino eseguito nel 1488; in diverse terrecotte milanesi e sopratutto cremonesi tolte da edifici quattrocenteschi (1). Ora, tra il bronzo di Budapest e i più modesti bassorilievi ricordati, sia pure con le volute varianti richieste dalle esigenze diverse, corre una stretta parentela. Sembra che il successo di quel motivo — popolarizzato da tutto un gruppo di disegni rispondenti del resto alla moda del Rinascimento lombardo — abbia indotto i decoratori di Lombardia, sempre alla ricerca di motivi da riprodurre, a impadronirsene, precisamente come fecero, su larga scala, per le plachette di Caradosso, del Moderno e d’altri artisti. In una parola, il bronzo e le sculture lombarde sembrano avere avuta la stessa origine: una trovata di Leonardo. Ma poiché le sculture appartengono ancora al Quattrocento e il monumento al Trivulzio è del Cinquecento se ne dovrebbe concludere che il bronzo non fu modellato durante il periodo di ricerche e di studi leonardeschi pel monumento al maresciallo ma prima, quando egli si occupava della statua allo Sforza e che a questa il bronzo si riferisca.

A sconvolgere finalmente la teoria dei progressivi mutamenti nei disegni vinciani esposta, a questo proposito, dal critico ricordato, mentre a noi pare più prudente — nella congerie di disegni pei due monumenti — attenerci alla più sicura indicazione offerta dal piedestallo, pel quale almeno abbiamo dati abbastanza attendibili, varrà un ultimo esempio.



  1. Cfr. F. Malaguzzi Valeri. L’Amadeo architetto e scultore, Bergamo, Ist. It. d’Arti grafiche. 1904.