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I MONUMENTI EQUESTRI 85

fano Ferenczy, tra il 1818 e il 1824, aveva acquistato a Roma. La riproduzione che ne diamo, ricavandola dallo scritto del critico ungherese, ci dispensa da lunghe descrizioni. Su un forte, muscoloso cavallo impennato, ergentesi sulle zampe posteriori (così ripiegate che l’animale par cadere sulle culatte) s’incurva in atto di difesa, con la targa imbracciata nella sinistra, un guerriero nudo, l’elmo classico in testa. La spada ch’egli reggeva nella destra piegata indietro andò perduta. Tutto è movimento nel gruppo superbo: nello atteggiamento generale del destriero vibrante, dai muscoli tesi e irrigiditi nello sforzo, dalle froge frementi, nella varietà delle linee che rivelan sorprese nuove da ogni punto di vista. Ad accrescer varietà il cavallo volge il capo da un lato, il cavaliere dall' altro. Il Meller avvertì che la fusione non vi appar del tutto riuscita, che la coda del destriero fu separatamente fusa e appiccicata dopo, che una patina verde, caratteristica dei bronzi quattrocenteschi, fu stesa ad arte sul gruppo che rivela, sotto, tracce di lacca nera. Tolto ciò, la conservazione è buona.

I confronti che lo scrittore ricordato presenta, con molta diligenza, fra il bronzetto e i disegni di Leonardo sono indubbiamente impressionanti. Il bronzo mostra tutte le caratteristiche dei disegni di Leonardo preparati pel fondo della Adorazione dei Magi, per la Battaglia d’Anghiari, per diversi studi pei monumenti: cioè la grande e angolosa testa dell’animale, la sua bocca aperta con espressione quasi umana, le zampe anteriori un po’ corte, il grande collo un po’ gonfio, certa ondulazione della grandiosa massa del corpo, le zampe posteriori eccessivamente ripiegate. Il Meller riproduce — e noi riproduciamo da lui — il cavallo, visto da tergo, senza cavaliere, accostandolo a un