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capitolo xiv

CAPITOLO XIV

Dove trattasi della pena, che dá l'Amore, quando ha il vero fondamento.

     Poscia salendo un monte ruinoso,
noi ci partimmo ed, in un pian saliti,
trovammo altro martír molto penoso.
     Uomin vedemmo insieme molto uniti,
5come di molti corpi un si facesse;
ma i volti eran distinti e dispartiti.
     Pensa, lettore, un mostro che avesse
un grande busto, e, bench’egli foss’uno,
un collo molti capi contenesse.
     10Vero è che lor color o bianco o bruno
e lor gionture e lor lineamenti
aperti si parean in ciascheduno.
     Lí stan dimoni e con spade taglienti
dividon quelli, e, quando alcun si parte,
15li capi piangon tutti e son dolenti.
     Non credo che spargesse giammai Marte
cotanto sangue; né fo mai battaglia
di tai ferite, né si legge in carte.
     Non vale qui lo scudo ovver la maglia;
20ché la iustizia dá le gran percosse,
ed ei fatt’han le spade, che li taglia.
     Vidi un dimonio, che irato si mosse
ed un recise intorno in ogni canto,
sí ch’e’ rimase come un fusto fosse.
     25Un capo sol rimase e con gran pianto
a me si volse e disse:— O tu, che mena
seco Minerva, a me risguarda alquanto.