Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/88

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82 libro primo

     E, come va per via sposa novella
65a passi rari e porta gli occhi bassi
con faccia vergognosa e non favella,
     cosí la falsa moveva li passi
per ingannarmi e, quando mi fu appresso,
mi riguardò; ond’io gran sospir trassi.
     70Venere disse a lei:— Io ho promesso
a questo giovinetto che ti guide:
a lui ti diedi ed or ti dono ad esso.—
     Sí come putta che piangendo ride
per ingannar, cosí bagnò la faccia,
75dicendo:— O sacra dea, a cui mi fide?
     In prima, o Iove, occidermi ti piaccia;
in prima, o Citarea, voglio morire,
che alcun uomo mi tenga tra le braccia.—
     E per podermi ancor meglio tradire,
80’sciuccava gli occhi a sé con li suoi panni,
nel cor mostrando doglia e gran martire.
     Chi creso arebbe che cotanti inganni
e tanta falsitá adoperasse
ninfa, che non parea di quindici anni?
     85Io pregava Cupido che tirasse
contro di lei omai il suo fiero arco
e che al mio voler la soggiogasse.
     Ed io il vidi col balestro carco
nell’aer suso in uno splendor chiaro,
90e ferirla mostrò con gran rammarco.
     Non fe’ all’Amor la ninfa piú riparo,
ma il capo biondo sul mio petto pose
e che io l’abbracciassi mostrò caro.
     Allor Venus di rosse e bianche rose
95a lei ed anco a me risperse il petto;
e poi sparí come ombra e si nascose.
     Quand’ella vide me seco soletto,
cosí mirava intorno con sospiri
come persona, quand’ella ha sospetto.