Pagina:Gabburri, Vite di pittori, ms. Palatino E.B.9.5, I-IV, ca.1730 - 1742.djvu/142

Da Wikisource.

Abramo Giansoni (Janszen), fu de’ primi pittori di Anversa nel dipignere gran quadri di storie sacre e profane. Se l’amore di bella fanciulla, che poi conseguì in consorte, non avesse fermato il bel corso ai suoi eruditi pennelli, che dopo si videro insulsamente languire, al certo non averebbe la sua gloria perduto quel gran lustro che in gioventù si era acquistato. Sandrart, a 293. Questo artefice dopo di avere ottenuto in consorte la tanto da lui desiderata fanciulla, lasciò da parte la sua professione, non pensando ad altro che a spendere il suo per darsi piacere e bel tempo. Ma questo genere di vita lo ridusse ben presto in povertà, e in vece di adirarsi contro di se medesimo, e contro all’ozio a cui si era dato, andava esclamando contro alla poca giustizia che gli pareva fosse renduta al suo merito. Entrato per tanto in gelosia della fama del Rubens, lo sfidò, proponendo alcuni per dar giudizio delle loro opere quando fossero terminate. Ma Rubens, senza voler accettare la disfida, gli rispose che di buon cuore gli cedeva, e che il pubblico sarebbe stato quello che gli averebbe reso giustizia. Monsù de Piles nel Compendio delle vite dei pittori, edizione II, libro VI, a 399. Jacob Campo Weyerman, nella parte I, scrive Abrakam Janszen, ma non dice niente né della sua nascita, né della sua morte.

Achille Calici bolognese, scolare di Prospero Fontana. Veduto che ebbe una tavola di Lodovico Caracci, s’invaghì tanto di sì grandiosa e corretta maniera, che sempre seguì quella scuola, predicando per tutto, solo in quella ritrovarsi il vero modo di dipignere. Solea però quel buon vecchio di Prospero Fontana di ciò inconsolabilmente dolersi; ma poté insieme rallegrarsi della presta morte seguita poco dopo dell’ingrato discepolo. In Bologna non vi è altro di sua mano, che nella chiesa di Sant'Arcangelo un S. Michele Arcangelo, e un Raffaello e Tobbia, laterali all’altar maggiore. Malvasia, parte III, a 577. Fioriva nel 1600. Masini, a 612.