Pagina:Gabburri, Vite di pittori, ms. Palatino E.B.9.5, I-IV, ca.1730 - 1742.djvu/148

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il Baldinucci, ivi lasciò la vita il dì 22 marzo 1602, e fu sepolto nei padri Cappuccini, e dagli accademici del disegno gli fu in Bologna fatto glorioso funerale. Molto più commendabile certamente sarebbe stato Agostino, se egli non avesse denigrato la fama sua colle sue oscenissime carte da esso intagliate, della qual cosa ebbe un continuo acerbissimo rimorso sin tanto ch'ei visse.

Delle opere sue in versi, dei superbissimi paesi in stampa e delle sue pitture, ne parlano diffusamente il Malvasia, parte II, a 89, dove registra le di lui stampe, e parte III, a 357. Il Baglioni, a 105 e 390. Il Bellori, parte I, a 103. Il Sandrart, a 138. Gaspero Celio a 131. Baldinucci, decennale I, della parte III, del secolo IV, a 69, nella sua Vita. Monsù de Piles nel Compendio delle vite dei pittori, edizione II, libro V, a 291. Masini, a 612. Giovanni de Bombourg di Lione, nel suo libro intitolato Ricerca curiosa della vita di Raffaello ecc., a 75. Giampiero Zannotti nella sua Istoria dell'Accademia Clementina, libro I, capitolo II, a 10, capitolo IV, a 22, 23 e 24, e libro II, a 143, nella Vita del Cignani. Filibien, libro III, a 221, nella sua Vita, dove scrive che la sua nascita seguì nel 1558, non già nel 1557, come scrive il padre maestro Orlandi. Florent Le Comte nell'Idea di una bella biblioteca di stampe ecc., libro I, a 129, e parimente nello stesso libro I da 306 a 324, registra tutte le stampe di Anibale, Lodovico e Agostino Caracci, tanto quelle che sono state intagliate da loro medesimi, che quelle che sono state intagliate dalle loro opere in pittura e in disegno da altri intagliatori.

Per maggior comodo dei dilettanti si pongono qui le carte intagliate da Agostino medesimo in primo luogo, e poi quelle intagliate da altri, acciò il lettore non sia obbligato a ricercarle [p. 148.1 — I — C_076R] nel catalogo che ne fa il Malvasia nel tomo I, parte II, a 89.

Seguitando pertanto questo catalogo si pongono in questo luogo tutte le stampe intagliate da Agostino collo stesso ordine che si vedono registrate dal medesimo Malvasia.

Il famoso presepio di Baldassar Peruzzi da Siena, intagliato nel 1579. Once 36 e once 33 per diritto.

La gran Crocefissione del Tintoretto, intagliato nel 1589 ovvero 1588 come altre hanno. Once 38, once 16 per traverso.

La Bologna, stampa rara, piccola e quadra, cioè once 26 e once 26 in circa.

La S. Giustina, di Paolo Veronese, del 1582. Once 29 e once 19 per diritto.

L'Anchise del Baroccio, del 1595. Once 17, once 14 per traverso.

La carta del nome di Dio, del 1582. Once 17, once 14 per traverso.

La carta detta del Cordone, del 1586. Once 16 e mezzo, once 11.

Lo sposalizio di S. Caterina, nella chiesa di detta Santa in Venezia, del 1582.

La tentazione di S. Antonio del Tintoretto, del 1582. Once 16, once 10 e mezzo per diritto.

La Madonna con S. Girolamo e S. Caterina, del Coreggio, nelle suore di Sant’Antonio in Parma, del 1586. Once 15 e mezzo, once 11 e mezzo per diritto.

La Madonna dalla parte di sopra, con Giesù Bambino e S. Giovannino sotto. S. Caterina a sedere, e il porcello, S. Antonio in piedi col piè sopra una colonna spezzata; nel mezzo della ruota A. C. F., poi Pauli Caliari veronensis opus in ecclesia S. Francisci a Vinea, del 1582. Once 15 e mezzo, once 10 per diritto.

Il S. Francesco in sì bel paese, ricevente le sacre stimate, col compagno lontano, tutto sbattimentato. Once 15, once 10 per diritto.

Il graziosissimo S. Michele, che è in San Giacomo di Bologna, dipinto da Lorenzo Sabatini, del 1582. Once 14 e mezzo, once 9 e mezzo scarse.

La Pietà o sia Cristo morto, coll'angelo che sostenta la mano al Signore. Di Paolo Veronese, del 1582. Once 14 e mezzo, once 9 e mezzo scarse.

Il S. Girolamo del Tintoretto con sì bel leone, e nel libro la dedicatoria alla confraternita di

SanGirolamo in San Fantino del 1588 in un sasso. Once 13 e me zzo, once 9 per diritto.

Raffaello e Tobbia di Raffaello da Reggio, di casa Motta, che da alcuni intagliatori fu detto di Raffaello da Urbino. Once 13 e mezzo, once 9 per diritto.

Il terribilissimo S. Girolamone di sua invenzione, e lasciato imperfetto; fatto poi finire da Lodovico Caracci al Brizio, che vi fece di suo la metà della testa del leone, il braccio manco che tiene la croce, e

la gamba manca, come si può vedere da chi ha l’imperfetta carta rarissima. Once 12 e mezzo, once 9

per diritto.

La Rachele di Dionisio Fiammingo del 1581, once 12 e mezzo, once 8 e mezzo per diritto.

La Madonna tramortita del Coreggio, del 1587. Once 12, once 8 e mezzo.

Tutte le armi dei pontefici e cardinali bolognesi, intagliate del 1600 ad istanza di un Francesco Cavazzone bolognese inventore. Once 12 scarse, once 9 e mezzo scarse, con la sua dichiarazione latina stampata.

Il ventaglio di Agostino, così chiamato comunemente, con la testa di Diana nel mezzo, entro uno scudetto, poi stacchi da sé tre altri scudetti: in uno Pallade, testa compagna della Diana, e negli altri Nettuno e Pallade, che fan nascere il cavallo e l'ulivo, le tre grazie ecc., sua invenzione. Once 11 e mezzo, once 8 per diritto.

Il S. Sebastiano del Francia ecc., e il S. Rocco compagno, del 1580. Once 11, once 8 scarse per diritto per ciascuno. Prime cose.

Le due famose scene di Agostino, dette comunemente le scene dei Caracci, cioè quella delle ninfe, che insegna a tutti far le nubi belle, e sulle quali posano, partite in due schiere, otto ninfe a [p. 148.2 — I — C_076V] sedere, che nel mezzo hanno l’Eternità col gran fuso, e in terra dodici così graziosamente e ben vestite; e quella detta del drago, ad uccidere il quale scende Perseo dal cielo, che insegna far gli alberi e la fronda ben vista di sotto in su, bene scossa e ondeggiante dal vento, con sì leggiadri personaggi di vari sessi, condizioni, cere e vestiti. Once 11 scarse, once 7 gagliarde per traverso. Un’arme cardinalizia con tre sbarre a traverso, entro un nicchio, in doppio colonnato laterale, e puttinotti nudi, che si affaticano in sostenere una legaccia, alla quale sono attaccati festoni di frutta, che sembra disegno di Lodovico. Questo però non è degli intagli migliori, ma delle prime cose, fatto per una conclusione. Once 10 e mezzo, once 7.

Ritratto di Tiziano, dedicato al cardinal Gaetano, del 1587. Once 10 e mezzo, once 7 e mezzo per diritto. Sopravi in lettere maiuscole Titiani Vecelijpictoris celeberrimi, acfamosissimi, vera effigies.

Il Signore crocifisso da una parte: per di dietro dalla croce la Beata Vergine tramortita, sostenuta da un’altra Maria, che colla mano dritta le scuopre il volto, con la sinistra le tocca dalla parte del cuore, e dietro la Maddalena, che sostenendo colla sua mano dritta la manca alla Beata Vergine alza il guardo all’amato Signore. Dall’altra parte S. Giovanni che, stringendo assieme le palme, guarda al Redentore. Da Paolo Veronese. Once 10, once 8 in circa per diritto.

Armetta Aldobrandina, una delle più sontuose e magnifiche; con due mascheroni laterali, sotto scartocci, cornucopi, festoni e simili, fatta per una conclusione. Once 10, once 7 e tre quarti per traverso.

La medesima e dello stesso cardinale, mutati i gruppi de’ cordoni de’ fiocchi laterali, levati i suddetti mascheroni laterali, mutata la testa d'angelo sotto il cappello in un mascherone, e il mascherone in fondo in un altro.

Il S. Francesco svenuto, col crocifisso in mano, all’armonia del celeste violino, fatto e intagliato dal Vanni all’acquaforte: rintagliato più amplo a bolino da Agostino Caracci, mutato l’angeletto nudo in uno vestito di tanto miglior gusto, coll’aggiunta di così bella vista di paese, con alberi così ben tocchi e frappati, con Franc. Vannius, sen. inventor,, e in un canto 1595, e sotto: Desine dulciloquas ales ecc. quattro versi, e da un canto: Joannes Philippus Riccius e societate Jesu. Once 10 e once 7 e mezzo per diritto.

Giuditta, mezza figura che colla sinistra tiene il teschio d’Oloferne nella barba e sopra un tavolino presso all’elmo; nella destra impugnata una piccola daga; sotto la celata: Lauren. Sab. inven. Once 9 e tre quarti, once 9 e un quarto per diritto. Questa stampa è una delle sue prime cose.

Uno sposalizio di S. Caterina alla presenza di tre angeli che suonano, e uno dietro la Santa che tiene la palma; un angeletto nudo che alza un panno, e un serafino sotto. Di Paolo Veronese. Once 9 e mezzo scarse, once 7 gagliarde per diritto.

Li sei pitocchi di Agostino, detti ancora i sei monelli, che intagliò in Roma, con quei versi: Vivimus ex raptu ecc.

L’arme Sforza sopra una base, sulla quale posano due angeli nudi con rami di ulivo, e di altro in mano, sostentano il cappello cardinalizio; dalle parti due virtù, e in uno scudetto in mezzo, sostenuto da due piccole arpie: Tu solus. Di maniera un poco antica negli scartocci. Once 9 e mezzo scarse, once 7. Disegno d’altri.

Una Beata Vergine vestita anch’essa come di sacco, aprendo ambe le braccia, sopra le quali due de’ suoi soliti graziosi serafinotti che, fittisi sotto il di lei manto, quello sostentano. Sotto di quello ricevendo [p. 148.3 — I — C_077R] essa due confratelli vestiti in cappa, di bassa fisonomia, che genuflessi a lei si raccomandano, con questa ottava sotto, composta dallo stesso Agostino:

Color che uniti in carità perfetta, menan quaggiù vivendo i giorni e l’ore, fratelli in Cristo, dalla sua diletta Madre raccolti son con santo amore.

Ella gli custodisce, ella gli accetta come suoi figli, e mette in sommo onore; ella del mondo a lor dona vittoria, e in ciel li tira alla beata gloria.

Once 9 e mezzo scarse, once 6 e tre quarti per diritto.

L’arme del cardinal Franciotti, parmi dentro un ippogrifo bellissimo in bipartito campo per traverso, col motto intorno: Dum sidera praepete penna; sostenuti i fiocchi da due mezzi angeletti uscenti lateralmente dall’ornato; per una conclusione. Per traverso once 9 e un quarto, once 7 gagliarde.

La Beata Vergine che riposando in un paese, presso un masso in profilo, si pone a sedere sopra un ginocchio il piccolo Giesù Bambino, mentre da lontano S. Giuseppe, presso l’albergo, leva il basto all'asinello che pasce; e questi versi sotto, da lui composti, siccome sua l'invenzione, debole un poco di disegno, come una delle sue prime cose.

Per passare in Egitto acciò il furore D’Erode non s’adempia, il Vecchio Santo con Maria si prepara, e tran di pianto se stessi e noi salvando il Salvatore.

Once 9 e un quarto, once 7 per diritto.

La Misericordia et Veritas obviaverunt sibi, lustitia et Pax osculatae sunt. David, psal. 8, in fondo del sedile della verità FA. et Horatij Samachini inv. dall'altra parte, 1580. Once 9, once 7 scarse per diritto.

Il secolo d’oro, ove uomini e donne nude trescano insieme, con sì bene espresse attitudini, che onestò tuttavia, con questi quattro suoi versi:

Dal reciproco amor, che nasce e viene da pia cagion di virtuoso affetto, nasce all’alme sincere almo diletto, che reca all’uom letizia, e ‘l trae di pene.

con la sua compagna, da lui stesso intagliata. Once 9 e mezzo scarse per traverso; che con tre altre compagne, sua invenzione, similmente intagliate dal Sadeler, comunemente son dette le carte degli amori e gli amori dei Caracci.

La non meno ricca, che ingegnosa arme del cardinal Peretti, sopra il di cui cappello, che viene sostenuto da due Fame sonanti la tromba, stan tre stelle, col motto: Meta Olimpo, e nello scudetto, sotto un leone che sostenta una ruota, col motto: Ope Tua. Conclusione. Once 8 e mezzo, once 7 per traverso.

Due angelotti nudi, che sostengono un festone che viene a formar l’ornato, tenendo essi una corona; sotto due angeli puttini a sedere tengono cornucopii di frutte e un’armettina del granduca, che fu già frontespizio alla Vita del gran Cosimo, stampata in Bologna del 1586 da Aldo Manuzio, che fece anche fare, sul principio della Vita, la Toscana all'istesso intagliatore, e la prima lettera in rame, con il grazioso aquilotto. Once 8 e mezzo, [p. 148.4 — I — C_077V] once 3 e mezzo per diritto.

Li due ritratti separati e grandi, testa e busto solo di Ferdi. Med. Magn. Dux Etruriae III e di Christiana Lotaringia Magna Duc. Etruriae, in ciascuno dei quali è la propria arme, congiunta nello stesso scudo. Once 8 e un quarto, once 6 e mezzo per diritto.

Li due pontefici, cioè l’istesso busto e mani, mutata solo la testa e il dentro dello scudetto dell’arme. Innocentius IX Pont. Max. Patriae splendor,, entro una cartelletta, e Paulus V Pont. Max. 1605. Ma come se Agostino era morto? E pure il draghetto, nel quale fu tramutata la noce, par suo.

Il ritratto di un dottore entro un ovato, imposto in uno zoccolo o base, come di colonna; in un canto sotto: Agu. Car. Once 8 gagliarde, once 6.

Il ritratto di Cosimo, col manto ducale e il tosone, testa e busto solo, ornato di quei girifalchi o doghe antiche alla bagliona, con due Fame alate laterali, e due puttini a sedere; sotto nell'ornato attorno allo scudetto: Cosmus Medices Magn. Dux Etruriae. Once 8 e mezzo, once 6 per diritto.

Pallade che scaccia Marte, per conservar la pace e l’abbondanza: uno dei quattro pensieri del Tintoretto nel salotto del palazzo di San Marco. Once 8 gagliarde, once 6 e mezzo per traverso.

La compagna di Mercurio con le tre Grazie, della stessa misura.

La stessa Madonna detta di sopra, di Raffaello, a sedere sulle nubi, intagliata da Marc’Antonio, mutatavi, anzi levatavi la mano destra, i capelli svolazzanti e la marchetta, ma aggiuntovi sopra dalle parti sì belle nubi, e i due terribili serafinotti, tanto più belli, e sotto: Raf. Urb. in. Once 8, once 5 e mezzo.

Un miracolo di S. Paolo di un morto resuscitato alla presenza di molta gente, di Antonio Campi, intagliata del 1583, per prova dei ritratti che dovea fare nell'Istoria di Cremona, sottovi: D. Pauli miraculum in Neronispalatio factum. Once 8 e once 6 per diritto. Carta singolare.

Un frontespizio di un libro, ove fra un ornamento di due colonne torte, attorno alle quali volgendosi legaccia, che aggruppano nel fine un festone di frutte, sostenuto da due angeletti nudi, sedenti su gli cartocci, e in mezzo una arpietta. Vi sono il Dio Padre, il Dio Figlio e lo Spirito Santo in forma di colomba nel mezzo; in una cartella sopra: Provincia Trinitatis, e sotto Beata sit Sancta et Individua Trinitas. Once 7 e 3 quarti, once 5 e mezzo per diritto.

L'arme cardinalizie de’ signori Fachinetti, parmi sostenuto il cappello da due angeloni nudi, molto teneri in piè sulle nubi; uno nell’altra mano una palma, l’altro un ramo di ulivo, sostenendo ambi anche

i cordoni del cappello. Per conclusione. Once 7 e mezzo gagliarde, once 5 e mezzo per traverso.

Il ritratto di un dottore in uno ovato, inserito entro un ornato dozzinale di quadratura, e sotto due versi latini in lettera corsiva, ma così bella, per mostrarsi non men bravo scrittore che intagliatore: Divini haec vultum ecc. Once 7 e mezzo colle lettere, once 6 per diritto.

Un’arme tanto lontana dallo stile dell’altre, e non men bella e capricciosa, d’un vescovo, ricinta da un maestoso panno cascante, raccolto però e sostenuto da due fieri angelotti, che insegnano una vera e perfetta sagoma di puttini carnosi; tanto osservata dal Metelli,