Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/132

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126 libro secondo


s’accorgeranno che vaglia quel metallo. Credono poterlo convertire in moneta. Non so se avran tempo da farlo; ma, quando l’avessero, non so se potranno, cosí come hanno convertiti i vasellami in moneta, convertir la moneta in uomini e in pane; e, se non lo potranno, la calamitá non avrá il rimedio suo. I privati uomini possono ben fondarsi sulla moneta, perché le loro disgrazie non sono congiunte con quelle di tutti gli altri per lo piú; ma gli Stati no. I mali piccoli gli sana il denaro: i grandi d’uno Stato gli aumenta, perché lo fa predare piú presto e da’ nemici e dagli ausiliari suoi. I veneziani nella battaglia di Ghiera d’Adda, avendo ancora l’erario loro pieno di tesoro, perderono tutto lo Stato, senza poter esser difesi da quello; e quel danno, che un esercito ben pagato avea prodotto, fu riparato dal valore di que’ gentiluomini, che difesero Padova e non costarono stipendio alla repubblica.

Io dubiterei d’annoiare in cosa cosí evidente i miei lettori, s’io non vedessi una innumerabile quantitá d’errori commessi per la falsa persuasione del contrario, e non sentissi infinita gente chiamare il denaro «nerbo della guerra». Certamente è cosa meravigliosa ed incredibile che, non leggendosi nella storia di duemila anni esempio alcuno di nazione denarosa ma non molto agguerrita, che ne abbia distrutta una povera ma numerosa, molti esempi, per contrario, che i poveri abbiano depredati i ricchi, non si sia svélta ancora questa sentenza dagli animi umani. Le ricchezze di Babilonia furono preda della povera Media e della selvaggia Persia. Queste, nell’arricchirsi di tante spoglie, perdettero ogni forza e virtú; onde i traci e i greci, poverissima gente, fiaccarono le arme di Dario e di Serse. Né avrebbero i loro successori avuto mai vantaggio sulla Grecia, se non avessero riempiute le cittá dell’Asia minore d’oro e di tiranni, corrotta Sparta e quasi comprata Atene. Allora fu che Tebe e la lega achea cominciarono a valere, e valsono piú i soldati e la virtú loro che il danaio e le arti della pace d’Atene. Né molto tempo dopo, la povera Macedonia, mossasi a disfare l’antico imperio persiano e conducendo seco ferro da opporre all’oro, dimostrò in quale de’ due metalli era