Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/240

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234 libro quarto


Perciò i contadini trovanvi bassissimi prezzi alle merci loro; onde, non potendo ritrarre le spese delle fattorie, queste vanno subito a male. Disi fatto inconveniente si doleva l’Inghilterra, quando ne scrisse Giovanni Locke, avendo i mercanti di panni, per la mancanza del danaro, fatti fallire il piú degli affittatori per la causa sopraddetta.

IV. La poca quantitá del danaro ha da tenersi per la madre delle usure e di quella spezie di guadagni, che da noi sono stati rivestiti ed abbelliti col nome d’«interessi»; nome meno odioso ed orribile, ma spesso niente piú virtuoso. Que’ guadagni strabocchevoli, che si fanno con comperare le merci e, dopo ritenutele pochi mesi, rivenderle, nascono anche dalla stessa cagione; e si potrebbero benissimo dire interessi e usure esatte sui padroni delle terre, che hanno avuta necessitá di disfarsi troppo sollecitamente delle loro ricolte.

Né alla grandezza delle usure dá riparo l’accrescimento del denaro, come molti credono, ma solo il migliorarne il corso e distruggerne il monopolio. Tra chi ha cento ducati e chi n’ha mille v’è sempre la stessa disuguaglianza che tra chi ne ha duecento e chi duemila; ma, se chi prende ad annua rendita cento ducati, avrá dieci offerte di gente che non trovi ad impiegare, non soggiacerá a cosí dure condizioni come le avrá da un solo vecchio e dispietato usuraio. Perciò nel Regno gl’interessi sono tra il sette e il nove per cento, e in Napoli tra il tre e il cinque. Ivi per lo piú, in una intera cittá, non v’è che un solo che abbia da poter dare; nella capitale ve ne sono quasi infiniti. Molte volte neppur quest’uno v’è; ma v’è qualche ricca cappella o confraternita, gli amministratori della quale prendono allegramente il denaro di lei anche a grosso interesse, sperando non pagarlo; e, restando poi di tale speranza falliti, aumentano colla loro ruina le rendite di quel luogo pio, che è stato il loro trapezita. Cosí, a tempi nostri i poveri sono divenuti gli usurai de’ ricchi, e i ricchi gli amministratori delle rendite de’ poveri.

Parmi giá luogo di adempiere ciò che nel libro antecedente ho promesso, e dire quanto sia gran male il congregarsi e