Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/286

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280 libro quarto


monarchico, e tale anzi che, eccetto i regni barbari dell’Oriente, niuno n’è forse al mondo, ove i decreti del sovrano sieno piú assoluti e prontamente ubbiditi. Un regno, in cui le rimostranze de’ parlamenti e del clero della Francia, che anche è monarchia, parrebbero sediziose. E pure in questo regno avrebbe veduti da antichissimo tempo istituiti banchi, mantenervisi, fiorire ed essere ripieni di tante ricchezze, che alla piccolezza del Regno sono certamente smisurate. Tanto può la virtú di chi regge assicurare i popoli dall’abuso della potestá. Vedrebbe inoltre, in tanto spazio di tempo, come è la vicenda delle umane cose, alcuni banchi aver vacillato per le rapine de’ ministri, ed uno anche (sebbene non per cosí brutta cagione) esser fallito; ma, in tanti e sí vari avvenimenti, in tanto bisogno della monarchia spagnuola, nella frequentissima mutazione di governo, in un mezzo secolo tre volte cambiato, e finalmente nelle ultime guerre ed angustie di pestilenza; vedrebbe, io dico, mai non aver data il governo neppur ombra di timore al pubblico, non avere avuta nemmen per sogno parte alle disgrazie d’alcuno de’ banchi, né essere il danaro del principe, sparso in essi, considerato piú di quello d’ogni miserabile. Questo mirabile innesto de’ frutti della libertá col governo assoluto è la maggior gloria del nostro; e, quantunque abbia pochi e rarissimi esempi, non dovea però quell’autore dall’avvenimento tragico della banca generale di Francia tirar conseguenze universali e dichiarar natura del governo monarchico ciò ch’è difetto in lui. Il che s’egli avesse sempre fatto, non avrebbe composto un libro pieno di massime, che sembreranno vere solo a chi è nato a Parigi, e vi è nato nel secolo decimottavo dell’umana redenzione.

Sonosi adunque mantenuti in credito i banchi nostri, perché la corte ha mostrato quasi non saperli neppure. Il governo loro è in mano di privati onestissimi, i quali, riguardando giustamente la cura del ben pubblico come opera pia e divota, usano un disinteresse sommo e dirò quasi miracoloso. Il danaro depositato vi si conserva religiosamente; e, sebbene noccia il ristagnamento, pure, poiché nuocerebbe piú la perdita de’ banchi, e l’una cosa con l’altra in una monarchia non possono essere,