Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/50

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44 libro primo


se ne accrebbe l’uso: dal qual uso è stato poi impedito che tanto non sbassasse, quanto l’abbondanza il richiedeva. Perché da questa concatenazione nasce il grande ed utilissimo effetto dell’equilibrio del tutto. E questo equilibrio alla giusta abbondanza de’ commodi della vita ed alla terrena felicitá maravigliosamente confá, quantunque non dall’umana prudenza o virtú, ma da vilissimo stimolo di sordido lucro derivi: avendo la provvidenza, per lo suo infinito amore agli uomini, talmente congegnato l’ordine del tutto, che le vili passioni nostre spesso, quasi a nostro dispetto, al bene del tutto sono ordinate.

Or, come questo accada, fa al nostro proposito il dichiararlo. Poniamo che un paese di religione e di costume tutto maomettano diventi in un punto di fede e di usanze cristiano. Trovansi in esso rarissime viti piantate, perché a’ maomettani è proibito il ber vino; ed io suppongo che essi a questa legge avessero ubbidito. Ecco in un tratto permesso l’uso di tal bevanda, e, poca raccogliendosene, la raritá renderá caro il vino, ed i mercatanti gran copia di vino cominceranno a fare d’altronde recare. Ma tosto, volendo tutti gustare di cosí alto guadagno, tante nuove vigne si pianteranno, tanto vino straniero si porterá, che, per voler tutti lucrar molto, ognuno lucrerá il giusto. Così le cose sempre a uno stesso livello si pongono, tale essendo la loro intrinseca natura. Spesso anche cresce tanto la quantitá della gente, che a quella spezie d’industria, tratti dalle prime voci e da’ primi esempi, impetuosamente ma troppo tardi si rivolgono, che il valore sbassa di sotto al giusto; e allora, pagando ciascuno il fio della sua inconsideratezza, tutti se ne cominciano a ritirare, e cosí di nuovo al giusto limite si viene.

Da questo due grandi conseguenze si tirano. Primo, che non bisogna de’ primi movimenti in alcuna cosa tener conto, ma degli stati permanenti e fissi, ed in questo si trova sempre l’ordine e l’ugualitá; come, se in un vaso d’acqua si fa alcuna mutazione, dopo un confuso e irregolare sbattimento siegue il regolato livello. Secondo, che non si può dare in natura un accidente, che porti le cose ad estremitá infinita; ma una certa gravitá morale, che è in tutto, le ritrae sempre dalla retta linea