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Pagina:Garbasso - I principii della meccanica., Roma 1914.djvu/4

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primo saggio di quella Scienza di prospettiva che Gaspare Monge doveva sistemare, tre secoli più tardi.

Ora, se la grande arte e l’alta scienza si sono incontrate più volte nella stessa persona, fu appunto perchè le due attività impongono il medesimo procedimento, e suppongono dunque le medesime attitudini.

E così chi parla di fisica o di geometria può parlare spesso, se ne è capace, di cose belle: belle proprio nel senso in cui diciamo bella la fonte Gaja o la torre del Mangia.

I filosofi moderni, senza distinzione di scuole, da Auguste Comte scendendo giù giù fino a Benedetto Croce, hanno avuto ed hanno, sulla meccanica razionale, delle idee estremamente semplici e chiare.

Essi sanno, ad esempio, che la meccanica precede la fisica: dato che questa abbia lo scopo di interpretare meccanicamente l’universo.

Spero che non mi sarà imputato a cattiva volontà se dovrò esporre dei fatti, dai quali risulta per l’appunto il contrario.

Realmente, negli ultimi cinquant’anni, lo studio dei fenomeni termici, dei fenomeni elastici ed elettromagnetici, suggerì tutta una serie di nozioni che son venute ad accrescere il patrimonio tradizionale della meccanica.

D’altra parte sembra certo, per testimonianze autorevolissime, che i principî meccanici siano puri e a priori.

Io non mi sento di scuotere e ancora meno di abbattere una dottrina così bene fondata; mi accontenterò invece di far vedere con quale complicato apparecchio di esperienze e di calcoli si costruisca sotto i nostri occhi l’a priori.

La scienza della meccanica è quasi interamente moderna; gli antichi infatti avevano risolto appena le quistioni più elementari della statica. Essi hanno dato bensì il primo saggio di due indirizzi, che durano ancora al tempo nostro.

Aristotele, al quale si può attribuire la scoperta del principio dei lavori virtuali, fu l’iniziatore della fisica qualitativa, e gli energetici contemporanei derivano, in un certo senso, da lui.

Mentre i meccanici più propriamente detti fanno capo ad Archimede, che stabilì per il primo, in una forma rigorosa, la condizione di equilibrio della leva.