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240 il governo del monaco


Egli ha passato la sua vita colla speranza di vedere nobilitata la plebe — e ne ha propugnato dovunque i diritti — e sempre. — Ma con rammarico confessa pure che egli è rimasto in parte deluso — poichè il plebeo innalzato dalla fortuna a più alto stato, ha patteggiato col dispotismo ed è diventato peggiore forse del patrizio. —

Per questo non dispera del miglioramento umano — si duole soltanto di vederlo progredire lentamente. —

Per lui, i peggiori nemici della libertà dei popoli, sono i dottrinari democratici o repubblicani, che hanno predicato e predicano le rivoluzioni per mestiere e per avanzamento proprio — e ritiene sien stati loro che hanno rovinato tutte le Repubbliche — non solo — ma screditato il sistema e il nome repubblicano. — Cita ad esempio le grandi e gloriose Repubbliche Francesi — quella dell’ottantanove particolarmente, la cui memoria s’adopera dal despotismo come spauracchio contro coloro che predicano la bontà e l’eccellenza di una tal forma di reggimento.

Quanto a lui, crede che Repubblica sia: «il governo della gente onesta» — e lo prova: accennando alla caduta delle Repubbliche — quando i cittadini sprofondandosi nel vizio,