Pagina:Garzoni - La Piazza Universale - 1593.djvu/59

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con queste bestie non ha del saggio, et del prudente, essendo che malamente si può reprimere tanta sfacciatezza et con grandissima difficultà s'ottiene, che una lingua per sua natura maledica, et furfante dica mai quel bene che altri per sorte dirittamente, et ragionevolmente vorrebbe. Io sò, ch'in questa setta son entrati fra' primi Hipponace, e Theone,con squadriglia furfantissima di Timagene, Gratino, Archiloco, Staterio, Aristofane; e tutti sono ammutinati in modo contra noi, che, se non son sestati come Anassarco in una pila, mai cessaranno di rimettere i colpi, et di stracciar la fama nostra con quelle lingue sparse di canina rabbia quanto dir si possa. Che bene si può sperare (ditelo voi) da quelli, che son nati per dir male? et à quali è così propria, et nativa la maledicenza, che overo si dimostrano loro esser generati da quella, overamente ch'essa come da padre sia tratta, et derivata da loro? Non si sa che la mordacità petulante è tanto inferia, et incalmata in loro, che non si può disgiongere, et separar da essi à patto alcuno? Non si sa, che l'Aretino e il Franco hanno aperto la scuola à questa canaglia che supera di gran lunga nel dir male i suoi maestri istessi? Non si sa che Pasquino è duce loro, et che sotto la sua guida fanno alla peggio, et oprano tutti i mali che imaginar si possano? Ma quella razza alfine sia de' pedanti non men sfacciata che impudica, non merita altra pena, che quella di Marganore, perché secondo ch'essi stan sul puntare ogn'hora questo, et quell'altro in cose frivole, et di nessun momento, così par, che convengan loro quelle punture, che furon date all'empio, et scelerato tiranno per supplicio. Non vedete con quanta insolenza son convenuti in uno al presente Carbilio, Palemone, Lutatio, Crassitio, Diomede, Spauterio, Scopa, e gli altri, per insultar nefariamente il vostro sacrosanto Choro, et deprimere vilmente le virtuose fatiche de gli huomini, che dato bando alla inertia cercano dal vigore del loro ingegno solamente pregio, et honore? Et che cosa poi sono i pedanti se non ruggine di scempietà, feccia d'ignoranza, schiuma di gofferia, letame d'asinità, lordura di cattiverie, che non solo alberga, ma domina, et regna eternamente né petti loro? S'ha forse da portar rispetto à questi boazzi d'intelletto, à questi cavallazzi di giudicio, à queste alfane di materia, à queste giraffe senza senno, e discorso d'alcuna sorte? Non si sa, che la sostanza de' pedanti non è altro, che gofferia? la quantità non è altro, che una vacuità di cervello? la qualità non è altro, che un fumo, et una boria di scienza da tre bezzi? la relatione non tende ad altro, che à una disciplinata da fantolini? il luogo non è altro, che una vil scuola da puelli? il sito non è altro, che un vilissimo scanno, che molte volte gli è per scherno levato di sotto, come avven à Fidentia? l'habito non è altro, che una toga labile, tutta tarmata, che non ha pur un pelo per testimonio? il tempo non è altro, che quel del sabbato d'andar à spasso dietro à i fiumi come vanno i giudei? l'attione non è altro, che dar cavalli, e staffilate, cosa da carnefice, et da aguzzino? la passione