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Pagina:Garzoni - La Piazza Universale - 1593.djvu/98

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58 piazza.
DE' RELIGIOSI IN GENERE ET IN
particolare de' Prelati, et subditi, de Cerimonieri, de
Superstitiosi, de Canonici, Monaci, e Frati, de Ca
vallieri, et finalmente de Predicatori. Disc.III.


N

EL descrivere che cosa sia Religione, et onde [Che cosa sia religione.]questo nome derivi, varij e diversi auttori hanno variamente, et [Nonio.] diversamente parlato, conciosia che Nonio Marcello. dica, Religione non essere altro, che semplice culto de gli Dei: [Nonio Marcello] conforme al detto di Tullio nel libro De Natura Deorum, Religio est, [Cicerone.] per quam reverenti femulatu Cerimonia divini cultus exercentur. Plutarco nella vita di Paulo Emilio attesta, che i Filosofi antichi [Plutarco.] l'hanno chiamata una scienza delle cose celesti, et divine; Festo Pompeo affermi, ch'essa sia una discretione intorno [Festo Pompeo.]alle cose che s'hanno a' fare, et quelle che s'hanno da fuggire, Arnobio nel settimo libro contra [Arnobio.] le genti, dica, Religione essere una mente retta, et sincera intorno alle divine cose: Filone Hebreo [Filone Hebreo.] la nomini un ministerio, et uno ossequio di Dio chiaro et espresso. Così vuol Servio Sulpitio, che questo nome venga [Onde derivi questo nome.] a' relegando, quasi che il religioso col vincolo della pietà sia ligato, et annodato con Dio: la onde [Lucretio.] Lucretio usò questo parlare di sciogliere i nodi, et i legami della Religione. Massurio Sabino [Massurio Sabino.] per l'opposto vuole, che sia detto a' relinquendo, quasi che religiosa sia quella persona, che per la sua santità sia sequestrata, et segregata dall'altre. Marco Tullio, et Aristotile insieme han giudicato, che sia molto utile, et necessaria alle città [Necessità, et Utilità sua.], onde egli nella Politica dice. Bisogna che il Prencipe più che gli altri appaia reverente verso Iddio, perciò che sopportano più i subditi il patire da huomini tali alcuna cosa iniqua, et machinano meno contra quel tale, quasi che egli habbia in sua difesa ancora gli Dei. Hor questa Religione (come confessa anco Aristotile) è per natura inserta veramente ne gli huomini: il che si vede chiaro da questo, che quante volte con qualche travaglio ruiniamo in pericoli, et paure subitanee, subito avanti che consideriamo altro, et inanzi ogn'altra elettione, ricorriamo a' chiamare Iddio, insegnandoci la natura, senz'altro maestro, a' chiedere il divino aiuto. Et già sin dal principio della creatione del mondo, Cain et Abele religiosamente sacrificarono a' Dio, benché il primo si diportasse tristamente, et iniquamente seco. Ma Enos fù quello ch'instituì il modo, col quale si dovesse invocare. dopo il diluvio poi furno date da molti molte leggi di Religioni a' molte nationi; perciò che leggesi che Mercurio, e 'l Rè Menna le diede a' gli Egittij, Melisso balio di Giove a' Cretesi; Fauno, et prima di lui Giano a' Latini; Numa Pompilio a' Romani; Mosè et Aron a' gli Hebrei; Orfeo a' Greci. Trovasi però scritto, che Cadmo figliuolo d'Agenore fu il primo, che diede a' Greci, venendo di Fenicia, i mistieri, et le solennità de gli Dei, consecrationi de' simulacri, gli himni, [Eusebio.] le pompe, et le celebrità, con le quali s'honorano gli Dei. Questo afferma, et prova per vero Eusebio Panfilo, né suoi libri de Praeparatione Evangelica, che mai fu natione alcuna così barbara, et fiera, ne di costumi così perversi et bestiali, che non havesse in se qualche scintilla di Religione, et di culto verso Iddio, parendo come ho detto già, che la natura da se sressa l'insegni, et dimostri a' tutti. Onde Cicerone in una sua oratione dice, Quis autem cum suspexerit in caelum, Deos esse non sentiat? et ea, quae tanta mente fiunt ut vix quisquam arte ulla ordine rerum, ac vicissitudinem prosequi possit, casu fieri putet? Ecco i primi gli Egittij, che sollevando gli occhi in alto, et maravigliandosi del moto, dell'ordine, della qualità delle cose celesti, pensarono che 'l Sole, et la Luna fossero Dei, chiamando quello Osiri, et questa Iside: et il rito loro in tale adoraztione era tutto casto, tutto puro e sincero, et vuoto d'ogni suo scropulo di crudeltà, non si spargendo ancora il sangue degli