Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/31

Da Wikisource.
26

assiso ad uno scrittoio colla penna in mano in atto di cominciare a scrivere; è tutto vestito d’azzurro, ha barbetta corta, grigia, tonda. Il disegno della figura è scorretto e un po’ grossolano; parimenti duro e stentato è il fregio che si distende serpeggiando prima attorno di questa lettera, fino a mezzo del margine superiore e a due terzi del sinistro della pagina. Questo codice, come si rileva dal foglio intermedio tra la legatura ed il testo, apparteneva nell’anno 1570 al Seniore Carlo di Tommaso Sirossi, ed era segnato col N. 506. Lo ricorderemo colla lettera H.

Il secondo codice della Nazionale è anch’esso membranaceo, appartiene alla classe VI ed è segnato P. IV 127. — Consta di pagine 106. Comincia con un’operetta che ha per titolo: «Qui comincia lo insegnamento di retorica il quale è ritracto in volgare dei libri di tulio e di molti phylosophi.» — Si distende fino alla pagina 42, ed ha molti punti di confronto con quella di Guidotto, ma non è la stessa, a pagina 42 in fine è scritto: «Siegue ora quello che volgarizò l’abata;» poi nella opposta facciata: «Qui comincia la rethorica nova di tulio traslatata di gramatica in volgare per frate Guidotto da Bologna.» Questo trattato si stende sino alla facciata sinistra del foglio 68: al cui piede si trova la tavola sinottica simile a quella notata nel codice precedente. Seguono poi: «Prohemij sopra diverse materie,» dal titolo in fuor perfettamente simili a quelli altre volte citati; poi a pagina 81: «Esordi di diverse maniere;» e finalmente a pag. 87: «Qui comincia illibro del fiore di filosofi e di molti savi.» Dal foglio cartaceo fra la legatura ed il testo, si rileva che questo fu il codice veduto e citato dal Mehus nella sua vita di Ambrogio