Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/69

Da Wikisource.
64

diti attendere, che non offenda Dio, e che ne’ suoi occhi non sia macula d’ingiustizia.

Colui merita degnamente il grado1 il quale o a parenti o amici costretti in necessità provvede.

Siccome alle ingiuste cose non è da dare orecchio, cosi a coloro che domandano quello che degno, niuna domandagione è da dinegare.

A quello che manifestamente induce Justizia e conforta dirittura a ciascuno appartiene d’essere attento acciò che i mali siano puniti, e la ragione in pubblico2 risplenda.

Con ciò sia cosa che quando non si puniscono i mali, si provochino le genti a peccare e la moltitudine de’ peccati si ingeneri3 gravi danni; degnamente merita penitenza chi ciò commette.

A ciascuno rettore s’appartiene di non lasciare i mali impuniti, ma toglierli al postutto con debite pene, sicchè per paura del tormento niuno alle cose illecite4 pervegna, ne le mani a malefici distenda5.

Di cosa onestissima si può dinanzi da voi sicuramente parlare, che voi siete di giustizia scudo; difenditori della ragione, di dirittura amatori, guastatori de’ mali, scacciatori di scandali e refugio de’ miseri: e ciò dà vigore ed a me e a chi ragione intende proporre.

Perciocchè voi siete giusti e nelle vostre opere amate dirittura secondo che chiaramente appare in comune e in diviso, credo che bastino poche pa-

  1. Il grande onore della virtù.
  2. Piuvico.
  3. Generi.
  4. Inlicite, — illicite.
  5. Discenda.