Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/50

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m ) indispensabili alla formazione d’un"’ opera > veramente pregiabile. Se non erriamo, il, lavoro del signor Marliani è in questa parte | manchevole, e l’avremmo stimato perciò difettoso quand’anche la vigoria della sua mente gli avesse inspirate idee più vive, più energiche, più colorite di quelle che non abbiamo udito in questo suo nuovo saggio. Chi per altro produsse il Bravo mostrò di avere un ingegno che non può rimaner senza nome, ove il sussidio della scienza e dell’arte venga ad essere compagno ai doni privilegiati della natura. POLEMICA. Riproduciamo testualmente l’articolo che fu inserito nella France musicale del 20 febbraio a proposito della nuova opera del maestro Verdi. «On vient de représenter à Milan i Fornii bardi alla prima Crociata, nouvel opéra «du maestro Verdi. Rien de plus pauvre «que cet ouvrage sous le rapport de «la science, nous écrit notre correspon«dant. Le contrepoint y est ignoré d’une «manière impardonnable, et le bruit as«sourdissant des instrumens de cuivre et «de la grosse caisse, ne réussit pas à ca«cher le vide de l’orchestration. Madame «Fressoliui (sic) n’ayant pas à chanter, «crie à tue-tète du commencement à la «fin. Guasco, ténor, et notre Dérivis, «y sont presque effacés». Questa nostra Gazzetta ha già emessa abbastanza estesamente la sua opinione sull’opera di Verdi, perchè si creda necessario di scendere a nuove analisi, che valgano a smentire le straordinarie asserzioni del corrispondente della France. 1) altronde l’idea di accettare una lotta di opinioni e di giudicii con chi palesa od uua strana animosità od una incredibile ignoranza, è troppo contraria ai nostri principii, ed al rispetto che dobbiamo a noi stessi. Se una sovverchia gelosia nazionale, o le più biasimevoli ispirazioni dell’intrigo, dettarono quelle parole, noi non possiamo far nulla di meglio che sottoporle senza commenti alla condanna ed alla riprovazione del pubblico. La discussione è impossibile quando l’oppositore passa al di là dei limiti della critica maligna, per isfoggiare la critica impudente. Non si può mentire con maggiore sfrontatezza di quanto lo faccia il corrispondente della France, giacché, ommettendo tutte le riflessioni che possano riguardare la parte artistica, ciò che il corrispondente dice della parte esecutiva non è di una ributtante falsità? Giammai la Frezzolini suscitò come in quest’opera l’entusiasmo d’un pubblico, che la proclama unanimemente attrice e cantante di prim’ordine} giammai Guasco eccitò più altamente l’approvazione degli spettatori quanto nei brani scritti per esso da Verdi, e se il notre Dbiuvis non ottiene tutto il successo nella nuova opera, la colpa non sembra certo del maestro. La conchiusione di queste poche linee si è dunque, che noi possiamo dire francamente, senza esitanza e coll’appoggio delle opinioni generali e individuali all anonimo corrispondente della France, chiunque voi siate, o signore, voi avete stra) namenle mentito! Noi speriamo che queste ■ parole andranno al loro indirizzo, giacché j ci spiacerebbe che ogni opera non avesse j un’equivalente ricompensa. B— i. CARTEGGIO. Firenze 2 Marzo 4843. Per due mesi mi tenni in silenzio avendo in animo di darvi ai primi della quaresima i più circostanziati ragguagli di tutti gli avvenimenti musicali che nel carnevale fossero accaduti in questa Città. Ma i nostri giornalisti avendone ornai esuberantemente parlalo, anco costi sento che siete venuti in cognizione della maggior parte di quei fatti di cui voleva intrattenervi. Poco più dunque potrò dirvi su questo proposito, se non che dagli apparecchi che cransi fatti, c dai piani già stabiliti precedentemente, io mi aspettava dei risulta menti per l’arte musicale anco più vantaggiosi di quelli che mi sia sembrato in ultimo di riconoscere. Dei tre teatri di musica che si aprirono al pubblico in questa passata stagione, ciascuno parea avesse in mira un differente scopo, una varia missione d’arte. Il maggiore dilessi, quello di via della Pergola cioè, prefiggeasi di perfezionare sempre di più la già incominciata fusione, o l’amalgama del nostro gusto c delle nostre comuni intelligenze musicali italiane, col gusto, e con le intelligenze musicali oltramantanc. Ma il progetto se non falli, non può dirsi che felicemente riuscisse nel suo totale, perchè io credo che a creare delle nuove intelligenze vi abbisognino delle superiori intelligenze, le quali propriamente quivi non comparvero nell’andamento generale delle operazioni. Il teatro Alfieri, preso in accollo con un fine tutto filantropico da un illustre veterano fra gli atleti dei cantori teatrali, ebbe in mira di creare dei nuovi attori-cantanti, e perciò prese ad esperimentarc, ma non con troppo accorgimento, un numero d’esordienti, fra i quali appena uno giunse in porto, mentre gli altri naufragarono. La massima cura poi dell’altro teatro, cioè del teatro Leopoldo, fu quella soltanto di intrattenere il pubblico in quasi tutte le sere con variati divertimenti che dovcano offrire due diverse compagnie di cantanti, l’una per I’ Opera seria, l’altra per l’Opera buffa. Ed a questi in folla si accorreva, ora attirati dalla bella voce della Barbieri-Nini, ora dalla bella musica del Barbier di Siviglia. Tutto quivi riusciva a seconda del principale scopo e dei comuni desideri, meno che vi fu disgraziato il tentativo di una nuova Opera buffa (/ due Ciarlatani) espressamente scritta per questo teatro, c sicuramente non per la mancanza di un distinto talento nel compositore della;musica, ma piuttosto, io credo, per una certa sua trascuraggine abituale. Egli è un danno gravissimo per l’arte che molte persone anc’oggi vi sieno le quali credono che il compor musica sia più facoltà d’istinto che frutto di scienza e di meditazione, e che in ogni tempo l’essere privilegiato, il genio della natura, senza neppure accorgersene sia in grado di improvvisarvi sulla carta le più belle composizioni musicali che si possano udire. Giacché avete incominciato nella vostra Gazzetta a muover rimproveri su tali imperdonabili errori di giudizio, vi prego a continuare perchè io credo esser questo un vero atto di carità. Nelle ultime sere del Carnevale il nostro egregio maestro Ferdinando Ceccherini produsse nella Chiesa di S. Giovannino dei PI*. Scolopi un suo nuovo Oratorio appositamente per tal circostanza composto, di cui mi riserbo a parlarvi in altra occasione. Luigi Fieehianti. Parigi li... 1843. Niente di più terribile, mio caro, del Parigi di questi giorni; i concerti, le feste da ballo, le serate di tutte le specie vi assalgono da ogni lato; per poco che siate diffuso nella società voi vi trovate senza saperlo fra le braccia di una ballerina che vi fa girare in un galoppe infernale, o siete costretto a commovervi, almeno per compiacenza, sotto un torrente di ispirazioni musicali che yi diluviano intorno; invano voi siete geloso della vostra indipendenza, delle vostre dieci ore di letto, dell’incolumità delle vostre orecchie, la musica e il ballo vi tendono mille trabocchelli, vi circondano, vi assediano, vi perseguitano con una insistenza tanto implacabile che dovete per forza rinunziare alla libertà ed al sonno, e raccomandare a Dio la salute del vostro timpano. Voi lo penserete facilmente, che frammezzo ad un frastuono sì diabolico di note e di piedi striscianti, vi dovrà essere qualche cosa di abbastanza osservabile, perchè possa ricscire l’argomento d’una mia lettera. Vi accennerò dunque ciò che v’è di più saliente fra le cento mila novità del giorno, lasciando a voi l’incarico di giudicare fino a qual punto possano meritare il titolo d’importanti. Uno degli croi dei nostri numerosi, troppo numerosi f concerti, è il genovese Sivori, giovane artista innanzi a «cui quasi tutta la stampa parigina abbrucia il suo in-. censo, con una prodigalità quasi violenta. Certo la ge- ( losia nazionale non fe’ tanto tacere la sua voce quanto [ in questa occasione; artista-lione, nuovo Paganini, agitatore di cuori, stupenda meraviglia, sublime, inarrivabile, ecco gli epiteti che accompagnano sempre in certi giornali il nome del Sivori. L’affascinamento della stampa s’è propagato nel pubblico; tutti i grandi concerti di buon genere offrono indispensabilmente nei loro programmi il nome dell’artista di moda, che ha trascorsi cosi tutti i salone delle più alte notabilità, cominciando dalle più aristocratiche per discendere fino alle più politiche. Nell’ultima settimana egli ha suonato da Ponchard, e venerdì da Lablache, eccitando un tumulto d’applausi, c mantenendo vivo il fanatismo che sorge appena egli compare armato del suo eccellente violino. Io ebbi la fortuna di udirlo in questi due ultimi concerti, c v’assicuro clic, senza sottoscrivere a ciò che v’è di troppo frenetico nell’entusiasmo stampato dei nostri giornalisti, rimasi profondamente colpito dalla precisione, dall’ardimento, e dal brio dell’esecuzione di questo violinista. Davvero clic io non oserei asserire che Paganini abbia trovato un rivale, ma crederci di poter dire con ragione che dopo Paganini il Sivori è forse l’unico che meriti d’essere udito. Per terminare di Sivori aggiungerò clic la società dei concerti del nostro Conservatorio, gli ha fatto omaggio di una medaglia d’argento, accompagnata da una lcttcra_pcrfettamcnle gentile e luDel resto gli artisti del teatro italiano, quellidell’Opéra, una miriade di dilettanti vocali ed istrumcntali, compongono il fondo delle nostre accademie. I pezzi migliori dell’opera del Don l’asguale di Donizelti, alcuni brani dell’antico repertorio, un discreto numero di canzonette francesi, che hanuo generalmente una adorabile impronta di famiglia, delle sinfonie, dei concerti di Thalberg, di Listz,diHcrz ecc., riempionoi programmi, che vi vengono presentati all’ingresso. Mio Dio! mio Dio! c quei poveri pazzi che credevano, clic le accademie fossero vicine a spirare! Là dunque! Basteranno degli sbadigli, della noja e la più mortale apatia per uccidere quest’idea che ha qualche migliajo di leste di più dell’antica. L’accademia a Parigi risorta più fresca, più vigorosa che mai,] ha tuita l’impertinenza d’una civetta di venÈ inutile che io vi dia dei dettagli su queste serate in rc-hcmollc o in sol maggiore; esse per isventura si assomigliano tutte; l’artista si trova stretto, soffocato in queste atmosfere bollenti, l’ispirazione gli manca sotto l’impressione degli aliti delle persone che quasi gli si appoggiano addosso, e non ritrova più la sua passione cavalleresca, i suoi slanci arditi e felici, involto coni’è in un frac di panno nero, e colle mani imbarazzate da un pezzo di carta: egli canta presso a poco come il dilettante, insetto musicale di cui spero mi permetterete di non parlare. In questi giorni avemmo pure una sinfonia poetica del sig. Douav. Questo signore s’è messo in testa di rappresentare colle semplici note nientemeno del gran dramma che può essere racchiuso da queste parole, la creazione, la vita e la distruzione. Ci è egli riescito? Ad udire alcuni de’ nostri dittatori estetico-musicali il signor Douay avrebbe raggiunto il suo scopo; egli avrebbe interpretato con un talento straordinario le ilice che doveano essere suscitate da un argomento che racchiude in fine i destini, le gioie, i dolori dell’umanità. Sem’c permesso di dubitare sulla realità di un tale effetto, ad ottenere il quale non basterebbe forse la potenza d’un genio di primo ordine, debbo però accennare che la sinfonia fu molto e largamente applaudita. Ma per ora la carta mi manca ed il sonno m’assale; rimetto quindi le altre, notizie ad una vicina mia lettera. Quando riceverete queste righe sarà quaresima, ed allora, io spero, noi dormiremo in due. G. C. NOTIZIE MUSICALI ITALIANE — Milano. Giuseppe Nicolini, riputato autore del Trajano in Dacia, del Coriolano e di tanti altri melodici sparliti clic verso il principiar del secolo ebbero un successo di voga, moriva in Piacenza sua patria il giorno 1S dello scorso dicembre nella grave età di SO anni, se non erriamo, senza che alcuno de’nostri giornali annunziasse la perdila di lui: perciò il nome di quel ri- j spettabile compositore non figurò nell’elenco statistico ( c necrologio) del 1S42 inserito nel numero 5 di questa * Gazzetta. Alla gentilezza e premura del signor maestro c Giuseppe Prospero Galloni, che con amore si applica < alla bell’arte ed in ispccic al pianoforte, dobbiamo I’ Mi