Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1847.djvu/17

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— i5 — forma di romanza; c il riimo, in tempo dispari, spira una soavità malinconica, ondo si rivelano i palpiti dell’amoroso core. L’arpa qui gentilmente accompagna, ed il clarinetto se le accoppia con dolci note: poi, quando il canto dal minore passa nel relativo maggiore, grato li sarebbe porgere l’orecchio al crescente di un pizzicato sui violoncelli, il (piale presto diminuisce e cede, a più sommesso accompagnamento. In questa cavatina la cabaletta esprime un abbandono a gioia, allorché la fanciulla, dopo intese le nuove che reca un coro sollecito di senatori e popolo, in sè confida che i fratelli non combatteranno più contro l’amante, poiché una tenzone fra tre e tre guerrieri di Roma e d Alba terrà luogo di guerra. Assai grazioso adunque è il motivo di tal cabaletta, e il sentimento di esultanza ne vien rilevato or da alcune forti arcale dei bassi, or da un rapido crescente dell’orchestra, e ora da un accompagnamento, il (piale sembra (piasi che simuli di affrettare il canto. In questo veramente il maestro cercò anche di cavare elìcili da inaspettati e piacevolissimi passaggi di voce, cui la egregia cantante esegue con lauta grazia, che gli ascoltanti sono tratti a farle spontaneo vivissimo plauso. Già se volessi toccare della bellezza del recitativo, con che dal tenore s’apre il duello Ira lui e la donna, non potrei non lodare molli altri uguali recitativi, specialmente quelli informali di frasi cantabili, nei (piali la giustezza dell’accento drammatico non si scompagna dall’acconcezza e varietà de’ brevi ritmi e degli adatti accompagnamenti. In esso duetto odesi un adagio, il canto del (piale, detto prima dal tenore, tranquillo e largo mi suona tuttora con gran dolcezza nell’anima; e grazia gli aciwista il rispondere del soprano e l’unirsi poi delle due voci ora in tenero ora in più robusto concento. Ma un pezzo di assai stupenda fattura sembra a tulli l’aria dell’Orazio (basso). Qui la scena li reca la prima volta innanzi il fiero campione di Roma: e però la musica sin dalle prime note con lauto vigor di siile, con lauta grandezza di forma empie il teatro, che d’ogni parte il valore e ramor della patria comincia a ragionarli nella mente. Prelude le parole del guerriero un grave suono di orchestra, renduM più austero da un tremolo degli strumenti da corda: indi ascolti una corta cantilena del clarinetto confassi molto risoluti, c poi un efficace crescente de’ violini; la (piale medesima nobile espressione trapassa per tutto il recitativo. Il canto del largo si spande assai maestoso, tra per lo suo ritmo natio, e per un grande artifizio con clic gli stromenti vi sono adoperati. I violoncelli fanno un movimento commoventissimo neH’accompagnare, e tra essi e la voce s’interpone una scala pizzicata de’ bassi variamente or ascendente or discendente: talora anche la melodia si sposa alla tromba, ed indi se ne discioglie, e poi risorge due volle più vigorosa coll’orcheslra per ismorzarsi e finire. Le proporzioni e il procedimento di tutte queste parti sono cose che non si possono significar a parole; ma tu ben puoi comprendere come il gran pregio del lavoro stia in ciò, che trovi una splendida varietà di colorilo, menlrechè il carattere della scena reggesi in ogni parte ugualmente severo. Dipoi, quando il Sonalo giunge a chiamare Orazio al combattimento, a cui è stato co’ fratelli eletto, altresì maestoso e marziale ricade il motivo della cabaletta: ed il coro che si unisce ad Orazio nelle ultime parole, e la cadenza incalzante rinnalzano bene l’efficacia del motivo stesso. Ora ti si appresenla il tempio di Venere. E questo il luogo dove accade (pici gran pezzo finale dell’atto primo, che desta la maraviglia e non minore il diletto negli ascoltanti. Immensa è la magnificenza del concetto, stupendo il lavoro di tutta la composizione; l’unità slessa del pensiero taiilo intera, e la varietà d^lle sue parli tanto parvente, che mentre l’idea dell’artista or domina appieno questa mia anima, il povero mio siile a manifestarla non arriva. Con religioso gaudio comincia la musica; e il coro spira tutta pace nell inno e nella preghiera alla dea. Una pudica gioia traspare dai detti di Camilla e del Curiazio: ma turbata tosto dal sopravveniente Orazio, dal quale si fa palese la scelta de’ tre guerrieri Albani. I n ripetuto crescente de’ violini denota la prima universale agitazione per le nozze interrotte; e le parole In fulmine piombò.’ suonano laceranti e terribili per una ripetuta scala scmitonata delle voci accompagnate cogl istromenti dall acuto al grave. Qui cominciano le note dolenti per un movimento mestissimo de’violoncelli, in cui s* interpone anche mesto un suono ripetuto di brevi note di clarinetto e di fagotto; ed accompagnala pure dall arpa la donna intuona il malinconico canto, le cui parole ultime danno in un compassionevole accento di desolazione. Simili1 la melodia si ripete dal tenore, ma rafforzata alquanto più nella frase e nell unirsi dello due voci. Dopo di che succede un pieno robusto dell orchestra e de’ cori, il (piale indi tace al levarsi di un canto d’ineffabile grazia messo nella voce del basso, nutrita dalle note medie della tromba, ed accompagnata leggierissimamente dall’arpa e da altri strumenti. A tal canto, chi’ di poi si ripete,, risponde e si frappone un gentile e acuto movimento de’violini, nel (piali* accresce vaghezza un breve trillo: e tanta soavità si diffonde, che il supremo effetto di tutto I Adagio non può fallire, allorché voci ed istrumcnti si sollevano con più vigore (* poi ritornano sommessi per brevi istanti sol per dare spicco e vivezza all ultima robusta frase. In tal punto la musica per un momento dà sosta alla piena degli affetti; ma in un subito risorge sino al grido di Camilla che barbari chiama l’amante, i congiunti e i Romani e gli Albani tulli. Con ferme e violenti* note ella accusa gli uomini crudeli e i numi bugiardi; poi, quando dalle rampogne di tulli sembra più sopraffatta, ella corre a riabbracciare il Curiazio, e. le loro due voci danno in un motivo rapido ed affettuosissimo, ripetuto in essa stretta, il (piale sembra respinto con maraviglioso contrasto dagli aspri rimproveri, con che l’Orazio, il padre, i sacerdoti e il popolo rincalzano la donna, che invano tenta -rattenere il Curiazio dal comballimcnto. fContinua). Sabato, 9 Gcnnajo. — Questa sera alla Scala prima sospirala comparsa di Fanny Bissici’ nel nuovo Ballo di Perrot. La musica di questo ballo, quando fu composto a Londra, era fattura del chiaro maestro Pugni. Sembra clic qui, per alcune modificazioni praticale dal signor Perrot a! suo componimento, la musica del Pugni venga interpolata da quella di altri autori. — Attila continua ad essere il ben veduto: la Tadolini, quantunque si slanci aneli’ essa talvolta nelle regioni del grido, interpreta con una bella vigoria la sua cavatina, c no è caldamente applaudita. — Anche La prova d’un opera seria si sostiene, forse anzi meglio che alla prima rappresentazione. Vi sono applauditi precipuamente la Angri ed il Rovere. — Al teatro Re si danno, ad imitazione di Francia, dei Vaudevilles, o meglio delle riduzioni in prosa di opere buffe, con entravi i migliori pezzi in musica delle opere stesse. La