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lona, per ivi imbarcarsi alla volta del Piemonte, allorché Carlo Emanuele cadde ammalato. E la malattia fu lunga e pericolosa, tanto che in Piemonte si temette per lui, ed anzi vi corse fino la notizia della sua morte.

Quando poi la falsa voce fu smentita, e venne invece annunziato ufficialmente l’arrivo degli sposi, fu una gara fra tutte le città per cui dovevano passare, onde preparar loro festosa accoglienza. Lo sbarco ebbe luogo a Nizza il 19 giugno, e di lì, sulle galere del principe Doria, e gli sposi sulla capitana, giunsero a Savona, da dove, proseguendo poi il loro viaggio, entrarono il 6 luglio 1585 a Priero, nel Marchesato di Ceva, e il lunedì 8 in Mondovì, ivi accolti con vera magnificenza, con versi e iscrizioni latine a profusione, e allusioni e allegorie mitologiche a iosa. A Mondovì si trattennero una settimana, festeggiati ufficialmente e spontaneamente, e corrispondendo con grazia ed affetto a tanta devozione. Il 15 partirono per Cuneo, e quindi s’indirizzarono a Torino ove fecero il solenne ingresso il io agosto, anniversario della battaglia di S. Quintino.

Vogliono i mondovesi che a Mondovì avesse origine il primogenito dei giovani sposi, Filippo Emanuele, nato il 3 aprile 1586, e premorto a suo padre nel 1605. Ambizione questa come un’altra!

Caterina di Spagna, divenuta Duchessa di Savoia, non smentì in nulla i lieti presagi fatti su di lei, appena la si seppe scelta a compagna della sua vita da Carlo Emanuele. E mentre diè prova di tutte le virtù