Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/271

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maria cristina di borbone 221

sorella, chiese di essere ricevuto anche a Blois, dalla Regina madre, che ne ebbe sommo piacere, e colla quale subito si scuoprì, pregandola di favorire quell’alleanza. Maria che, sebbene lontana da molti anni, vagheggiava sempre la sua bella Italia, si mostrò subito favorevole all’unione di sua figlia con un principe italiano, e promise al Cardinale tutto il suo appoggio.

Tale notizia, presto sussurrata nei circoli di Corte, fu per Cristina un fulmine a ciel sereno, e sul principio non volle crederla, tanto le spiacque.

Ma quando la domanda fu ufficialmente rivolta al Re, e che questi, circondato da tutta la pompa regale e dai grandi dignitari di Corte, vi ebbe dato affermativa risposta, Cristina, che non era stata anticipatamente neppure interrogata, si rassegnò, sospirando, a non avere in prospettiva che una corona ducale.

Mentre si gettavano le basi del contratto nuziale, il principe Maurizio fu oggetto di mille cure e gentilezze, e venne accolto in tutte le dimore e in tutte le villeggiature della famiglia reale, con feste geniali, caccie e banchetti: e vuolsi che, fin d’allora, non fosse insensibile alle grazie della futura cognata.

Quando poi tutto fu disposto e stabilito, Vittorio Amedeo, bel giovane allora di trentadue anni, s’indirizzò alla volta di Parigi, scortato dal fratello, principe Tommaso di Carignano. Le feste si rinnovarono al suo arrivo, ancor più splendide ed entusiastiche, e l’accoglienza che ricevè dalla popolazione e dalla famiglia reale, fu addirittura lusinghiera.