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222 le donne di casa savoia

25 giugno (quattro giorni dopo l’arrivo di Adelaide), il confessore dell’Elettrice madre e Reggente, benedì gli sposi in una cappella segreta del palazzo, alla sola presenza di lei, del conte Lurtz e di due cavalieri, ed il matrimonio fu consumato.

Sui primordi della sua vita a Monaco, Adelaide, trovando spesso ostacolo ai suoi capricci di bambina, e bambina viziata, nella stessa sua posizione, negli usi e nei costumi, si esagerava le piccolezze, le contrarietà, e indispettita di non trovare il mondo e la vita a suo modo, se la sarebbe presa con chi meno ne aveva la colpa. Provava anche un poco la nostalgia, e tutto diceva brutto e malfatto colà, e tutti cattivi, proprio come se ce la ritenessero a suo dispetto. Anzi queste furono le lagnanze di cui in principio erano zeppe le sue lettere quasi quotidiane alla famiglia, lagnanze che in seguito si acquetarono, rimanendo solo viva e acerba per sempre, quella della lontananza dall’ambiente di casa e dalla patria.

Intanto, non mi par fuor di luogo trascrivere qui certi consigli inviati a lei dalla madre, per lettera, e che dimostrano l’accortezza, la sagacia, la premura e l’affetto della sovrana e della madre:

«Procurare di conoscere bene il carattere dello a sposo, e conosciutolo studiare di farsi amare, mantenendo peraltro sempre una qualche modesta severità, acciocché la troppa facilità non declini nello sprezzo.

«Farsi amare e stimare dalla suocera, con la quale