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miglia, il piccolo Carlo Emanuele, colpito da vaiuolo, moriva il 9 agosto del 1799, seguito il mese appresso dallo zio, il duca di Monferrato, morto d’insolazione.

Questi due avvenimenti gettavano l’esule famiglia nel più opprimente abbattimento, che solo valsero più tardi a squarciare le notizie politiche del continente, che pareva volessero volgere a meglio per essa. Ma furono vane speranze, tanto che alla fine, Carlo Emanuele, vedovo e malaticcio, risolvè abdicare, e l’atto suo di rinunzia al fratello fu steso a Roma il 4 giugno 1802. Il duca d’Aosta ratificò quell’atto a Napoli, e prese il nome di Vittorio Emanuele I; ma sul principio tutto il suo potere si limitò a far reclami pei suoi diritti sugli Stati di terra ferma, di cui la Francia si era impadronita, e che Napoleone non voleva rendere a nessun costo, malgrado che egli e la consorte si fossero recati sino dal Papa per interessarlo in loro favore. Salendo al trono, Vittorio Emanuele aveva preso un atteggiamento che al Bonaparte non piaceva punto, tanto che non lo volle a Roma, e lo fece consigliare a ritornare nella sua isola, ove era reggente Carlo Felice. Ma Vittorio Emanuele non si mosse, e stava anzi per cedere ai suggerimenti di Maria Teresa, e recarsi con essa a Vienna per ottenere l’appoggio dell’Imperatore, che era adesso il suo cognato, contro il prepotente usurpatore, allorché l’Imperatore stesso fece loro capire che ciò sarebbe stato inutile, perchè Napoleone non avrebbe mai restituito il Piemonte. Ed infatti esso era tanto prezioso per il conquistatore che, impaziente