Pagina:Georgiche.djvu/83

Da Wikisource.

83

390Non io vorrei ne le nascenti biade.
Qual sia lieve e pesante, e qual sia nera,
O d’ogni altro color, chiaro tel dice
L’occhio e la man: difficile a scoprirsi
E la fredda assai più; le picce solo
395Indicarla potran ch’ivi talvolta
Nascono, e l’edre, e i velenosi tassi.

     Premesso ciò, tu preparar la terra
Gran tempo innanzi, e scavar déi ne’ colli
E solchi e fosse, e le supine glebe
400Lasciare al verno lungamente esposte
Ed al freddo aquilon, pria che le viti
Intraprenda a piantar: ottimo è il campo
Che trito e molle abbia il terreno; e tale
Rendonlo i venti, e le gelate brine,
405E di robusto zappator le braccia.

     Chè se nulla obbliar brami che possa
A le viti giovar, sceglier procura,
Ove da prima seminarle, un suolo
Che in tutto a quel sia somigliante, in cui
410Trapiantarsi dovranno; onde la nuova
Prole non soffra, e a disgustar non s’abbia
Tenera ancor de la cangiata madre.
Anzi alcun v’è, che su la scorza segna