Pagina:Giacomo Bresadola - I funghi mangerecci e velenosi dell'Europa media, con speciale riguardo a quelli che crescono nel Trentino, 1906.djvu/26

Da Wikisource.

18


dero con amore allo studio di questa classe di piante onde togliere tali inconvenienti. E diffatto d’allora in poi furono pubblicate moltissime opere, specie nel nostro secolo, sui funghi mangerecci e venefici, ed ora si può dire che ogni nazione possiede dei lavori sotto questo aspetto abbastanza perfetti, che possono soddisfare a tutte le esigenze di chi desidera cibarsi di questo importante alimento vegetale.

Nella nostra favella però un’opera abbastanza generale e nel medesimo tempo breve e chiara, adattata alla intelligenza di ognuno, non la abbiamo1; anche quella del d.r Carlo Vittadini2, che è certamente la migliore, è troppo speciale e scritta con soverchia prolissità da stancar pure chi voglia correre dietro ai più minuti dettagli. Laonde, avuto anche riguardo ai funghi che da noi crescono più copiosi che altrove per essere utilizzati, ho pensato bene di far cosa vantaggiosa col dare alla luce il presente lavoro, in cui vengono illustrate tutte le specie mangerecce che si possono raccogliere in abbondanza dovunque in qualche località. I disegni illustrativi sono tratti dal vero colla più possibile esattezza, e nella compilazione del testo si procurò di congiungere la brevità alla chiarezza, onde ciascuno, senza troppo dilungarsi, possa conoscere facilmente le singole specie quando ne farà la raccolta. Aggiungo pure l’illustrazione delle specie più pericolose e più frequenti dei funghi velenosi per togliere, col confronto, qualsiasi confusione ed assicurarsi così dal pericolo di avvelenamento. Per la intelligenza dei termini necessari alla descrizione premetto alcuni cenni generali


  1. Durante la stampa del presente Trattato si pubblicò nei Manuali Hoepli un’opera con 43 tavole e incisioni del D.r Fr. Cavara che è molto pregevole sì per il testo che per le illustrazioni.
  2. Descrizione dei funghi mangerecci più comuni dell’Italia ecc. Milano, 1835.