Vai al contenuto

Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/328

Da Wikisource.
324 storia della decadenza

tunate vittime della popolare e giudiziale crudeltà1. Lo stesso spirito di un legislatore, superiore al suo secolo ed al suo paese, può rinvenirsi in Luitprando, il quale condanna, nell’atto che lo tollera, l’empio ed inveterato abuso dei duelli2, osservando per la sua propria esperienza, che la causa più giusta viene sovente oppressa da una fortunata violenza. Qualunque merito scoprir si possa nelle leggi de’ Lombardi, sono esse il genuino frutto della ragione de’ Barbari, che mai non ammisero i Vescovi d’Italia a sedere ne’ loro Consigli legislativi. La successione de’ lor Re si contraddistinse per abilità e valore; la turbata serie dei loro annali è adorna di grati intervalli di pace, di ordine, di domestica felicità, e gl’Italiani godettero un più mite e più equo governo, che non verun altro de’ regni fondati sulle rovine dell’Impero Occidentale3.

  1. Vedi le leggi di Rotario, n. 379 p. 49. Striga è usato come il nome di una strega. Questo vocabolo è figlio del più puro latino (Orazio, Epod. V, 20; Petronio, c. 134). Pare che un passo di quest’ultimo autore, Quae striges comederunt nervos tuos? comprovi che un tal pregiudizio fosse di origine italiana, anzi che barbara.
  2. Quia incerti sumus de iudicio Dei, et multos audivimus per pugnam sine iusta causa, suam causam perdere. Sed propter consuetudinem gentem nostram Langobardorum legem impiam vetare non possumus. Vedi p. 74 n. 65 delle Leggi di Luitprando, promulgate A. D. 724.
  3. Leggi la Storia di Paolo Warnefrido, e specialmente il libro III c. 16. Il Baronio non vuol acconsentire a questo fatto che pare in contraddizione colle invettive di Papa Gregorio il Grande; ma il Muratori (Annali d’Italia, t. V p. 217) ha il coraggio di far sentire che il Santo può benissimo avere esagerato i falli imputati agli Arriani ed ai nemici.