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152 del rinnovamento civile d'italia


naturalmente irrita e nulla. Pogniamo per modo di esempio che non i magnati né i principi ma gli eletti dei popoli fossero gli autori dei capitoli del quindici, e che parlamenti speciali nei vari Stati li confermassero. Forse che per questo i detti capitoli sarebbero meno assurdi e lesivi dei diritti inviolabili delle nazioni? Niuno vorrá affermarlo, se giá ai popoli non è permesso piú che ai loro capi il farsi giuoco della ragione e della natura, e se l’ammazzare se stesso non è meglio lecito che l’uccidere altrui. Ché se il detto presupposto è moralmente impossibile a verificarsi, trattandosi di un danno e d’un’iniquitá manifesta, in mille altri casi un popolo può sbagliare per invecchiata preoccupazione, illusion naturale, fascino momentaneo; di che infiniti esempi rammenta l’istoria. Non vedemmo poco addietro un’assemblea piemontese, generosa di spiriti e tenera della patria, sventare il partito che poteva ancora salvar l’Italia? e antiporre il presupposto volere di una piccola provincia agl’interessi comuni della nazione?

Come le idee, essendo invariabili assolutamente, vanno innanzi ai fatti, cosí questi non vogliono mettersi tutti ad un piano, ma avere quel luogo che meritano giusta la natura e l’importanza loro. Ora alcuni di questi fatti sono costanti e non dipendono dall’elezione; qual si è, verbigrazia, la nazionalitá di un popolo, come quella che si fonda nella razza, nel sermone, nel sito, e non proviene dall’arbitrio ma dalla natura. Oltre che, negli Stati culti e maturi essa è la sorgente e la guardia degli altri beni, i quali di per se soli non si possono acquistare né mantenere. Le instituzioni all’incontro, benché abbiano anch’esse un fondamento naturale in quanto debbono attemperarsi alle condizioni di chi le riceve, sono tuttavia piú flessibili e variabili, e quindi piú sottoposte all’eletta dei popoli; onde


    volontá divina; e però quello che non consuona alla volontá di Dio non può essere essa ragione, e ciò che è consonante alla divina volontá è ragione. Per la qual cosa cercare se alcuna cosa è fatta di ragione non è altro che cercare s’ella è fatta secondo che vuole Iddio» (De mon., 2, trad. del Ficino). Si noti che nel testo la voce «ius» corrisponde a quella di «ragione» nel volgarizzamento.