Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 1, 1911 - BEIC 1832099.djvu/27

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proemio 21

siccome a chi è conciso vien tolto di entrare in minute dichiarazioni e di stendersi su molti particolari (il che può nuocere all’intelligenza), cosí io prego coloro che leggeranno a conferire insieme le varie parti dell’opera, come quelle che s’illustrano e si compiono a vicenda, e sovrattutto a non voler fare giudizio di essa prima di averla letta tutta e avvertito il detto riscontro. Imperocché io ho messo il maggiore studio di cui sia capace nella distribuzione delle materie, nel collocamento delle idee, nel metterne in luce gl’intrecci e i conflitti scambievoli e nel render facili e quasi insensibili i passaggi dall’una all’altra; benché io sappia che questi artifici si recano per lo piú a difetto, da che si è introdotto l’uso di scrivere con un’idea sola e si antipone l’andar piano dell’analisi ai circuiti della dialettica, il cui magistero occulto e faticoso pare a molti confusione e disordine. Accolgano dunque gl’italiani con animo benevolo questa mia fatica, la quale, posso dire, non esclude un solo concetto che abbia del vivo e del vero; laonde, a malgrado de’ suoi difetti, non dovrebbe sgradire agli uomini liberi e imparziali, qualunque sia la scuola a cui appartengono.

Di Parigi, ai 16 di ottobre 1851.