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libro primo - capitolo undecimo | 367 |
abbisogna del perdono dell’altra. Roma è parte nobilissima d’Italia ma non l’Italia, e non poteva introdurre definitivamente una nuova foggia di governo senza il consenso della nazione. Se il capo od un membro potessero dispor di se stessi senza almen consigliarsene coll’altro corpo, ogni unitá nazionale e di patria sarebbe vana. Il principato civile era legittimo, perché consentito poc’anzi dai romani, voluto da tutti i popoli italici. Non cosí la repubblica, su cui si dovea interrogar la nazione prima di abbracciarla. Quanto piú altri era tenero degl'instituti popolari, tanto piú doveva soprattenerli per non iscreditarli coi cattivi successi e coll’esito infelice. La repubblica in Roma introduceva uno scisma fra essa e le altre provincie o costringeva queste a imitarla. Nel primo caso si offendeva l’unione, nel secondo si violava la libertá. Ché se in vigore della sovranitá nazionale si poteva senza ingiuria obbligar Roma a mantenere lo statuto monarchico come ordine giuridico giá stabilito e voluto da tutti, non era ugualmente lecito a Roma il forzare altri a mutarlo e sostituirgli un governo nuovo che non aveva per sé il possesso anteriore né il consenso dell’universale. E non correva in tal caso quella dittatura naturale che autorizza ogni membro a decidere e operare anche senza consulta, quando si tratta di nazionalitá, di unione, d’indipendenza patria; giacché la forma accidentale del governo non è un bene assoluto come quelli, ma relativo e, non essendo determinata dalla natura, dipende dalla libera elezione degli uomini.
La repubblica inoltre portava seco la guerra civile, l’invasione straniera e la perdita di ogni franchigia; come avvenne in effetto pochi mesi dopo, quando Napoli, membro d’Italia, e Francia, Austria, Spagna concorsero a ripristinare il dominio pretesco. Ed era facile l’antiveder cotal esito1, a cui giá collimavano tutti i casi di Europa. Non si potea supporre o che il papa tralasciasse di sollecitare l’aiuto giá invocato degli Stati cattolici o che questi si unissero a rifiutarlo. Vano era lo sperare nella repubblica francese, giá caduta alle mani de’ suoi
- ↑ Documenti e schiarimenti, xii.