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50 del rinnovamento civile d’italia


e il fascino delle vittorie, mentre a fin di regnare e godere in ozio facevano mercato e trastullo delle innocenti generazioni.

Fra le nazioni sperperate dal congresso di Vienna la piú benemerita e illustre fu l’italiana, verso la quale alla bieca politica si aggiunse l’ingratitudine. Perché se ai nuovi barbari era lecito l’ignorare che da lei viene la civiltá moderna di Europa, essi non doveano almeno dimenticarsi che senza il suo aiuto e concorso non avrebbero vinta la prova. Ma ai meriti antichi e recenti e alla fede giurata prevalsero una falsa mostra di utilitá propria e il vecchio livore contro l’unica grandezza del nome italico. Dico «una falsa mostra», perché in vece di temere un’Italia unita e forte, l’Europa dovrebbe desiderarla come richiesta alla sua quiete. Le leggi della meccanica civile sono cosí fisse e invariabili come quelle della materiale; e nel modo che l’ingegnere non crea le forze che adopera ma le piglia dalla natura, similmente lo statista per bilanciare e piramidare il mondo politico dee cercare il bilico e il contrappeso, non mica nelle conglomerazioni e disgiunzioni violente, capricciose, arbitrarie, ma nelle leghe, nei componimenti e nelle divisioni naturali dei popoli. Ora chi voglia ordinare una costituzione civile di Europa ferma e durabile dee far capo dalla nazionalitá italica, la quale è la ruota maestra di tanta macchina, e accordare l’Europa statuale colla territoriale, abolendo fino agli ultimi vestigi delle iniquitá stanziate nel quindici. Finché non si dá opera a una riforma sostanziale del giure europeo, vano è il confidarsi che le rivoluzioni sieno per aver fine; quando gli altri rimedi, non che scemare il male, lo allungano e lo aggravano. Negli ordini politici come in quelli dell’etica il male risiede nel contraddire alla natura, e però le rivoluzioni che si fanno per restituir l’armonia offesa sono un giusto castigo di quelle che la turbarono. Che furono infatti la piú parte delle commozioni europee da sette lustri in qua se non lo sforzo dei popoli oppressi e smembrati per tornare al loro sesto e arbitrio natio? e non è questo in particolare il carattere dei moti recenti d’Italia? Fate pure, o politici, quanto sapete per eternar l’ingiustizia, ché in fine ogni opera vostra tornerá contro voi. E non