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libro primo - capitolo terzo 77


assicurato dall’aggiunta del temporale; onde questo viene a essere in sostanza lo scopo e lo struggimento dell’una e dell’altro. Di qui nacque la spedizione di Roma a cui concorsero le due parti: in vista per difendere la religiosa potestá del pontefice, ma in effetto per rimettere la civile. I padri la suggerirono e la consigliarono, il nunzio apostolico di Parigi la promosse, gli austrorussi l’imposero come pegno e suggello dell’amistá contratta, il ministro Falloux la mandò ad effetto, e i conservatori, i retrogradi l’approvarono e la favorirono1, stimando che a tirar da per tutto le cose indietro e ristabilire i vecchiumi conferisse sopra ogni cosa la restituzione del principato ecclesiastico, che è la maggiore anticaglia superstite dell’etá nostra. Diede dolore e meraviglia il vedere che Adolfo Thiers l’accreditasse col suo nome e colla sua facondia, imitando senza addarsene e aggravando la politica da lui combattuta per tanti anni. Imperocché se il favorire la lega elvetica, come fece il signor Guizot, fu un grave torto, l’intervenire a Roma non passò senza colpa gravissima e inescusabile. Amendue le imprese vennero animate dai sensi medesimi, indiritte ad un solo intento, impresse dallo stesso conio; gesuitiche per origine, per indirizzo, per successo; contrassegnate egualmente da quel genio d’iniquitá e d’incapacitá squisita che privilegia i concetti e gli assunti dei padri, essendo regola generale e infallibile che dove questi recano il consiglio e pongon la mano, o non si riesce, o la riuscita per le conseguenze che si trae dietro è piú dannosa della disdetta. Il primo dei quali casi si avverò nella guerra svizzera e il secondo nella romana, giacché da quella uscí la rivoluzione di febbraio e da questa si accumulò la materia di un nuovo e formidabile incendio che forse involgerá tutta Europa.

Il vizio della spedizione non fu tanto nella cosa quanto nel modo e nel fine. Se i francesi per impedire un intervento austro-

  1. Il signor di Tocqueville, entrato ministro quando la spedizione era giá sviata dal suo fine, fece, benché inutilmente, ogni opera per ravviarla; di che io posso rendere buon testimonio, avendo allora avuti seco alcuni colloqui su tal proposito.