Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/156

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assumevano e ostentavano il patrocinio. Né gl’illiberali trascurarono di usufruttuare a lor modo anco i fautori del municipio, valendosi del loro potere per destar le gelosie, le invidie, le provinciali ambizioni dei principi e divertirli dagl’interessi della nazione. Egli è fuor di dubbio che in questi maneggi essi avanzarono di abilitá le altre sètte sofistiche, né solo i municipali (che si chiarirono i piú inetti) ma eziandio i puritani, imperocché se questi tolsero la vittoria definitiva ai moderati, gl’illiberali riuscirono ad appropriarsela.

Mostrarono eziandio piú valore e spertezza delle parti dialettiche: imperocché, laddove i conservatori e i democratici avrebbero potuto ovviare o almeno medicare il male fatto dagli altri solo che fossero stati concordi fra loro, bisticciandosi e guerreggiando insieme lo accrebbero a meraviglia; e gli uni lasciandosi accalappiare e strascinare dai municipali, gli altri dai puritani, diedero loro di spalla in vece di fronteggiarli. Di qui nacque un’altalena politica, un circolo vizioso, una seguenza di andirivieni, un entrare ed uscire delle sètte l’una nell’altra e l’una dall’altra, un compenetrarsi scambievole e un saliscendere di ciascuna di esse, che in nessun luogo spiccò meglio che in Piemonte. Cosi, per cagion di esempio, i conservatori subalpini diedero appiglio colla mediazione ai municipali di sormontare, e la dappocaggine di questi favori i puritani del centro e mise in sella i democratici. Questi alla loro volta vennero aggirati dai puritani, abbandonarono loro l’Italia del mezzo, si ristrinsero nel Piemonte come i fautori di municipio, e furono perciò costretti a riprendere spensieratamente la guerra. La sconfitta di Novara restituí il sopravvento ai conservatori, i quali, abbindolati di nuovo dai municipali, sprecarono i rimedi superstiti e resero necessaria una pace vituperosa b). Cosí la povera Italia fu palleggiata e straziata miseramente dalle fazioni, della cui opera gli austrogesuiti soli profittarono, sostituendo all’avvenire il passato e al Risorgimento italiano il ristauro del medio evo.

(i) La successione dei tre ministeri subalpini del Perrone, del Chiodo e del Delaunay rappresenta a meraviglia cotal vicenda e l’intreccio reciproco delle sètte.