Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/195

Da Wikisource.

di altro mondo, e non vogliono intendere quanto le sia necessario conoscere quei pochi beni del mondo in cui vive, che le sono dovuti se dee ne’ disagi pacificamente e benignamente comportare altrui le sovrabbondanti fortune. Non manca la svergognata bestemmia di alcuni a pronunciare come decreto divino nell’arcana distribuzione delle umane sorti: che ai privi d’ogni eredita debba anche essere interdetto l’acquisto e l’uso della ragione, quasiché de’ soli abbienti e non di tutti i mortali fosse gridata quella santa parola: r Signalum est super nos lumen vultus lui, Domine ’. Lume della faccia di Dio a tutti dato è la ragione, che piú spesso ai meno fortunati risplende piú fulgido: ed è

scellerata l’educazione che tenta di oscurarlo» ò).

L’ distruzione della plebe però non giova se non accompagnata dai mat eriali miglioramenti. Imperocché mal può ricevere e gustare l’ instrúzione e vantaggiarsene chi manca o scarseggia del pane quotidiano; e ancorché l’accogliesse, ella non farebbe altro che accrescere le sue miserie, rendendone la cognizione piú intera, il senso piú vivo e cocente. La riforma economica , è pertanto richiesta a far che la morale sia efficace, e lo scacciar la miseria ad introdurre la disciplina. Ora nei paesi che giá posseggono buoni ordini di successione e sono liberi dalla peste delle manimorte, l’imposta ed il credito sono i due capi sostanziali di cotal riforma; giacché Luna, bene ordinata, scema ai poveri la spesa del necessario, e l’altro, rendendo il lavoro piú certo e fruttuoso, porge loro il modo di acquistare eziandio del superfluo. Le contribuzioni, o sieno moltiplici o si riducano a una sola, debbono essere bilanciate in modo che al possibile non cadano nei proletari né anco per indiretto e solo a misura di proporzione gravino il capitale. Il credito vuol essere aggiustato in guisa che sia accessibile a tutti, non giá coll’abolizione dell’interesse (che sarebbe ingiusta ancorché non fosse chimerica) ma colla diminuzione, sia mediante la libera concorrenza dei banchi, sia coll’ordinamento di compagnie o arti travagliative. Le quali, bene instituite, farebbero si che il lavoro di tutti

(i) Opere, Appendice, pp. 117, 11S.