Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/215

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prendere i buoni indirizzi; e per ultimo accordi la religione colla cultura e la libertá cattolica coll’omaggio dovuto all’autoritá suprema. La scuola italiana vuol essere disciplinata: stare unita nella sostanza, ma lasciare il giudizio libero nelle cose minori, intorno alle quali è impossibile che molti si accordino; conoscere non solo le cose patrie ma quelle di Europa, perché l’intrinseco non si può apprendere se s’ignorano le relazioni. Per ultimo ella dee essere leale e proba, schiva di ogni partito ambiguo, inonesto, ingeneroso, e amare il giusto ed il vero piú di se stessa e della patria medesima. L’idea creatrice del Rinnovamento (che è la chiave dell’avvenire) dee informarla, regolare tutti i suoi atti e riepilogare tutte le sue dottrine. Ma proponendo la concordia dei conservatori e dei democratici, non facciamo noi un’utopia vana? non siamo preda di un’illusione? Il Machiavelli dicea de’ suoi tempi ciò che, mutando una sola voce, noi possiam dire dei nostri ; onde le sue parole hanno oggi non so che di profetico. «Quanto all’unione degl’italiani, voi mi fate ridere: primo perché non ci ha mai unione veruna a fare ben veruno; e sebbene fussino uniti i capi, non sono per bastare, si per non ci essere armi che vaglino un quattrino, dalle piemontesi in fuori, e quelle per esser poche non possono esser bastanti ; secondo, per non esser le code unite coi capi» (0. Se noi somigliassimo in questo ai nostri maggiori e il vaticinio si avverasse, non ci toccherebbe di «ridere» ma di piangere a cald ’occhi, perché la morte presente d’Italia non sarebbe piú consolata da speranza di risurrezione.

(i) Lett. /ani., 23.